300 Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 5. Intanto i soldati infuriavano sempre più: dei lanzichenecchi inferociti portarono gli ostaggi ad una forca eretta in Campo di Fiori minacciando d’ucciderli : all’ultimo momento però rinsavirono, non volendo perdere l’unico pegno che possedevano e gli ostaggi, incatenati, vennero portati a palazzo Colonna.1 Sebbene ogni dì più si facesse sentire la maggior penuria di vettovaglie,2 sebbene i Francesi sotto il comando del Latrec avanzassero in modo da suscitare pensieri, non ci fu verso di allontanare l’armata da Roma perchè i soldati insistevano sul pagamento completo dei denari a loro dovuti. La prima conseguenza del totale « irrigidimento del grosso deH’esercito imperiale >'3 fu che il duca di Ferrara e il marchese di Mantova abbandonarono in novembre la causa di Carlo e passarono dalla parte di Francia.4 Al tempo stesso era finalmente intervenuto un cambiamento deciso alla corte imperiale.5 Sugli ultimi di ottobre l’inviato di Enrico Vili in nome del suo re, «difensore della fede», presentò una solenne protesta contro la prigionia del papa.6 Nel novembre il consiglio di Stato spagnolo discusse la faccenda e in esso nientemeno che il cancelliere Gattinara fece rilevare che l’imperatore non poteva tener più a lungo prigioniero il pontefice se considerava in lui il legittimo papa. Praet mise in attenzione sul pericolo che i Francesi potessero liberare il pontefice; esser meglio che facesse ciò l’imperatore avendone insieme libere le proprie truppe e perciò consigliava di comandare al Moncada di attenersi alle istruzioni del Veyre soltanto «quanto era possibile». Il risultato della consulta fu la decisione del consiglio di Stato: il papa deve in tutti i modi esser messo in libertà.7 Nel frattempo le trattative a Roma s’erano trascinate senza fine. Ai 15 di novembre Clemente VII disperando fece lagnanze sulla sua miseria con l’arcivescovo di Toledo.8 Moncada, il nuovo 1 Ofr. Schitlz. Sacco 149«. Alle fonti ivi citate ora s’aggiungono: ISa-iìuto XLVI, 210, 222. 231, 241; ima ‘relazione tedesca senza data (probabilmente della fine d'ottobre) in Reichatagsakten XLIII, f. 33-34 (Archivio civico di Francoforte s. M.); Giovio, Descrizione 19 s. e il * Diario «li Cornelio de Fine, il quale anche pel settembre riferisce che infierì la peste (inaudita mortalità») e che allora morirono tutti gli scampati dalla spada e dalla fame. Biblioteca nazionale di Parigi. 2 Cfr. iSanxito XLV, 299. s Batjmgaktex, Karl V. II, 005. * Cfr. Sudendorf III, 172 s. ; de Leva II, 450 s. ; Balan VI, 145 s. 5 In una lettera da Burgos del 25 ottobre 1527 Xavagero notifica che anche allora molti non credevano che Clemente VII verrebbe liberato. Cod. Yatic. 6T53 della Biblioteca Vaticana. « Sanitto XLVI, 314. " Bt-CHOLTZ III, 119-120. s Raynald 1527, n. 43. La lettera ivi stampata è la risposta a * quella dell'arcivescovo di Toledo al papa in data di Valladolid 27 luglio 1527. colla