I. Elezione, carattere ed inizi del governo di Clemente VII, suoi vani sforzi per la pace e sua unione con Francesco I di Francia. A malferma salute di Adriano VI fece sì, che già nell’estate dell’anno 1523 la diplomazia imperiale si occupasse vivamente della futura elezione papale. Carlo V sapeva quanta importanza avrebbe nella sua lotta colla Francia il contegno del nuovo capo supremo della Chiesa e fino dal 13 luglio dava al suo ambasciatore romano, il duca di Sessa, minute istruzioni pel conclave, le quali si assommavano in questo, doversi fare tutto il possibile perchè la dignità papale toccasse al cardinale vicecancelliere Giulio de’ Medici. Anche in seguito Carlo tenne fermo al detto principe della Chiesa, che sotto i due ultimi papi si era dimostrato suo fedele seguace.1 Questo atteggiamento dell’imperatore doveva senz’altro scemare notevolmente le aspettative del cardinale Wolsey, che quasi uguagliava il Medici nella posizione e nella fama. Tutte le superbe speranze del cardinale inglese, che in unione con Enrico Vili agiva col più grande impegno in favore della propria elezione,2 furono annientate dalla circostanza, che la grande maggioranza dei cardinali allora men che mai voleva sapere della scelta di un non italiano e di uno assente. Ma anche il cardinale Medici, ad onta degli sforzi più assidui,3 non sembrava ancora per nulla sicuro di raggiungere il suo intento, stante che tutti i Francesi erano dichiarati awersarii del fedele propugnatore degli interessi imperiali e inoltre il partito dei cardinali anziani nutriva sentimenti affatto ostili a lui, che era il capo dei più giovani, gli eletti da Leone X. 1 Gaoiiar», Gorresp. de CharlesQuint n. 17, 23 ; cfr. Bergenroth li, 11. 562, 604, 2 Reumont, Wolsey 24 ss. SagmItller, Papsticachlen 155s» Batjmgarten, Karl V. II, 295 s. Martin 352 ss. 3 Cfr. ** Lettera del card. Medici al padre del card. M. Chonaro in data di Roma 19 settembre 1523 in Cod. Urb. 538, f. 64s. della Biblioteca Vaticana.