224 Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 3. tova. Ivi, rinchiusi ad occidente da fosse e da una muraglia, a sud dal Po, ad oriente dal Mincio, secondo il piano del marchese di Miantova, i lanzichenecchi dovevano essere presi. Quando arrivò a Borgoforte il 23 novembre, Frundsberg non vi trovò le chiatte promessegli dal marchese sicché, appena riconosciuto l’inganno, ebbe cura di assicurare il ponte di Governolo, l’unica via di uscita dal serraglio. In quale pericolo si fossero trovati i Tedeschi lo riconobbero essi stessi quando la mattina seguente comparve presso Borgoforte l’esercito dei collegati comandato dal duca di Urbino e da Giovanni de’ Medici, che cercò di rimuovere le truppe del Frundsberg dallo stretto argine che conduce a Governolo, «ma i lanzichenecchi colle loro carabine stettero fermi come un muro, rivolgendosi sempre contro il nemico ogni volta che si fosse accostato, mettendolo in. volta e cacciandolo dietro di loro». Così si rag giunse felicemente Governolo dove arrivarono da Ferrara denaro, vettovaglie ed artiglieria: il duca Alfonso, che per lungo tempo aveva negoziato coi due partiti,1 era passato definitivamente dalla parte dell’imperatore. Proprio all’inizio del combattimento era rimasto ferito l’ardito Giovanni de’ Medici, il condottiero delle Bande nere ; ài 30 novembre l’uomo sul quale la lega ed il papa avevano riposto tutta la loro speranza, soccombeva alle sue ferite. Frundsberg, che aveva compiuto il passaggio del Po già il 28 novembre, avanzò ora contro Guastalla, di là miniacciando l’esercito del papa accampato presso Parma e Piacenza.2 La nuova dell’avanzata dei lanzichenecchi, dell’adesione del duca di Ferrara agli imperiali e della ferita letale di Giovanni de’ Medici giunse agli ultimi di novembre3 a Roma, dove era perico- 1 Ofr. Cipolla, 902. 2 Ofr. le relazioni presso Gassi.er 50 s., 56 s. (lettera ilei Frundsberg) e la * lettera del Canossa a. Francesco I in data di Venezia 28 novembre 152(5 nella Biblioteca comunale di Verona. Vedi inoltre Reissneb, Historie drr Frundsbcrgc 81 s: Barthold, 377 s.. 385-392; Osterr. Re ette Vili (1864), 132 s. ; Gauthiez, Jean de» Bande» noires, Paris 1901, 315 s. (Sulle speranze riposte in Giovanni de’ Medici vedi Benoist, Ouichardin, Paris 1S(S2, 44. 3 Le nuova dell’arruolamento dei lanzichenecchi a Bolzano era giunta a Roma il 6 novembre 1526: vedi la relazione di F. Gonzaga in Arch. star. Ital. App. II, 293. L’ulteriore avanzarsi dei temuti lanzichenecchi si seppe ila lettera del Guicciardini : vedi * dispaccio di Galeotto de' Medici del 30 no- vembre 1526 nell'A rchivio di Stato in Firenze. Sulla paura del papa vedi la relazione di X Raince in data del 20 novembre 1526 presso Gre-then 131, nota 1. Intorno alla morte di Giov. de’ Medici vedi Guicciardini XVII, 5; Vettori 372 e specialmente la lettera di P. Aretino in Arch. star. Ital. X. S. IX 2, 136 ; alla line di essa si dice : « E Firenze e Roma (Dio voglia che io menta) tosto che saprà ciò che sia il suo non esserci ; e già odo i gridi del Papa che si crede liaver guadagnata nel perderlo ». Che l’ultima affermazione sia calunnia, lo mostrano i brevi dell’Archivio segreto pontificio pubblicati dal Guasti in Arch. stor. Ital. 5* serie II, 200 s„ dai quali si ri-