102 Libro II. Adriano VI. 1522-1523. Capitolo 3 a. trale erano intricate in guerra fra di loro: solamente un pronto accomodamento delle loro liti permetteva di sperare un movimento di difesa contro gli Ottomani. Nessuno lavorava in questo senso con tanto zelo come Adriano VI. Il pericolo in cui versava Rodi tenevalo occupato come un affare tutto suo personale1 e quantunque la mira di riconciliare le ostili potenze cristiane avesse a priori molto lievi aspettative, egli si accinse alla cosa energicamente, nè si raffreddò a dispetto di ogni sorta d’insuccesso. Fin dal principio la posizione del papa come mediatore di pace fu estremamente difficile, poiché Adriano doveva cercare di persuadere Francesco I, che egli non stava partigianescamente dalla parte di Carlo già suo discepolo, signore ed amico, mentre presso costui occorreva dissipare il sospetto tosto sorto che egli piegasse più per l’altro. Un’altra difficoltà risultò dalla piega decisiva avvenuta sul teatro della guerra in Italia, dove i Francesi, che addì 27 aprile 1522 erano stati battuti presso la Bicocca, ben presto (30 maggio) perdettero anche Genova.2 Ora l’alleanza dell’imperatore con Enrico VIII non fece che stringersi più forte : in un viaggio verso la Spagna Carlo fece visita al re inglese e in quell’occasione si trattò d’un’invasione comune in Francia : i due monarchi avevano ferma speranza di guadagnare il papa come terzo alleato contro Francesco I. Mentre i progetti di mediazione d’Adriano incontravano orecchi sordi alla corte inglese e all’imperiale, l’umiliato re di Francia assumeva un’aria conciliativa, la qual cosa indusse Adriano a sollecitare di nuovo l’imperatore, ma questi in una lettera del 7 settembre 1522 dichiarò che non poteva conchiudere pace alcuna senza il re inglese e qualificò inaccettabili le condizioni francesi per l’accomodamento.3 Adriano richiamò l’attenzione di Carlo V sul pericolo, in cui trovavasi Rodi e colle più pressanti parole lo scongiurò a soccorrere quell’isola, a mettere da parte i suoi privati interessi ed a consentire in un armistizio. Se, così scriveva Adriano, fosse a Roma ed udisse le invocazioni d’aiuto venienti da Rodi e dall’Ungheria, Carlo non tratterrebbe le lagrime ed aggiungeva che egli, il papa, faceva ciò che gli era possibile, che aveva dovuto togliere a prestito il denaro mandato, che non pretendeva da Carlo di far pace senza il re inglese, ma che Carlo poteva indurre quest’ultimo almeno a un armistizio.4 Il papa mandò in Inghilterra Bernardo Bertolotti, il quale come 1 Vedi Baumgarten II, 250. 2 iSulla stoi’ia della guerra di Milano fino alla conquista di Genova da parte degli Spagnoli vedi Varnhagen. Lautreco, eine italienische Dichtung des Francesco Mantovano, Erlangen 1896, i-Lvi. Sulla battaglia della Bicocca cfr. JXhns, Gesch. des Kriegswesens 1088 s. s Gachard, Corresp. 112 s. * Lettera del 16 settembre 1522 presso Gaciiard, Corresp. 115 ss.