394 Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 8. Subito dopo la 'primaiicomunicazionedeirimperatore Clemente VII aveva chiesto il consiglio del governo veneto intorno all’impresa guerresca contro i protestanti : che Venezia sarebbe stata contraria egli poteva desumerlo dalle obiezioni che faceva fin d’allora l’ambasciatore della repubblica.1 Per quanto Clemente VII si arrabattasse per essa, gli altri Stati italiani mostrarono parimente nessun zelo per l’impresa: - Venezia poi con grande dispiacere del papa si dichiarò direttamente contraria.;t Tutto il progetto si risolse in nulla poiché l’imperatore, in vista dell’incertezza degli Stati cattolici,4 in breve ne desistette. Il 30 ottobre egli mandò a Roma il suo maggiordomo Don Pedro de la Cueva per partecipare al papa che, in considerazione della stagione avanzata, non poteva pensarsi a un’immediata impresa contro i luterani, che Clemente continuerebbe a preparare. Insieme il Cueva aveva l’istruzione di rappresentare al papa che, avendo naufragato contro la ostinazione dei protestanti tutte le speranze di staccarli colle vie buone dai loro errori, la convocazione del concilio rimaneva l’unico mezzo por impedire l’apostasia perpetua della Germania dalla unità della Chiesa. Sua Santità quindi disponga quanto è necessario perchè esso si raduni il più presto possibile essendo molto perniciosa qualsiasi dilazione. L’imperatore lascia al Santo Padre la scelta del luogo, ma l’inviato deve lavorare perchè essa cada a favore d’una località vicina al possibile alla Germania, Mantova per es. o Milano.5 In i Ofr. in App. il. 12!) 1« • lettera tli F. Gonzaga del 19 ottobre 1530. Archivio Gonzaga in Mantova. a Vedi le * lettere di Salviati al Campo "io del 21 e 26 ottobre, 5 e 13 novembre e 6 dicembre 1530 nell’Archivio segreto pontificio. s Vedi Gayangos IV 1, n. 476, 484, 499, e in App. n. 131 la * lettera di I’. Gonzaga del 13 novembre 1530. Archivio Gonzaga in Mantova. * 'Ofr. Tiepolo presso Aliìfri 1* serie I, 69 s. e Janssen-Pastor III18, 220 s. La liberazione della dieta augustana rimandò la decisione (Baumgar-ten, Karl r. Ili, 36s.). Intorno al concilio in quel documento si dice: «poiché da molti anni nella Chiesa cattolica non s’è tenuto concilio ecumenico e ]«'r la lunghezza del tempo sono sorti nella cristianità varii abusi e lamentele, noi, dopo comune proposta e consiglio di tutti i principi elettori nostri e del Santo Romano Impero e di altri principi e (Stati, come pure dei loro ambasciatori, che s'erano già riuniti ad Augsburg, anzi dietro loro umile domanda e preghiera, ci siamo risoluti e con essi abbiamo pienamente deciso di proporre alla Santità del papa romano ed agli altri principi e potentati cristiani che entro sei mesi dalla line delle presente adunanza sia indetto per un luogo acconcio un concilio cristiano e tenuto il più presto, tutt'al più entro un anno dopo questa convocazione, con buona speranza e fiducia che per esso potremo portare a ferma e felice concordia e pace gli affari spirituali e temporali di tutta quanta 1» cristianità ». Hefele-Hergf.nròtiieh IX. 743, 745 : ibid. 737 s. anche intoni" alla ripetizione dei gravamina e alle trattative intorno ai medesimi : cfr. ora in proposito Ehses in Rotti. Quartalschr. XVIII, 309 s„ 373 s. Nella delihe razione dietale si prometteva che l'ambasciatore imperiale ne tratterebbe co papa l’eliminazione. s Instrucci&n originai i/ue dió el Kmperador « Don Pedro de la Cueva presso Heine, Briefe 525-529; in tedesco 289-295. Cfr. Pastor, Reuniombestrebungen '4