Giudizio finale su Clemente VII. 511 Clemente VII non ha trovato un biografo e quasi tutti gli storici di quel tempo, Guicciardini e Giovio alla testa, danno di lui una sentenza sommamente sfavorevole.1 Persino coloro, che riconoscono le lodevoli qualità del papa, la sua pietà, purezza di costumi e indefessa applicazione al lavoro, censurano « il suo cuore freddo, la sua irresolutezza, la sua equivoca debolezza, la sua pusillanimità ». " Ma se si vuole giudicare con giustizia bisogna pure tenere in conto, che Clemente VII per più d’un riguardo ha dovuto ■iigare per i peccati dei suoi predecessori, e che solo troppo spesso egli non fu che la vittima di condizioni di fatto, della cui origine era innocente. Sotto di lui fu presa terribile vendetta dell’avere Alessandro VI lasciato che gli Spagnoli andassero a Napoli. Fin dal suo tempo Vettori ha fatto l’osservazione: Clemente VII fu >■ alieno dal sangue, non superbo, non simoniaco, non avaro, non libidinoso, sobrio nel vitto, parco nel vestire, religioso, divoto nelle messe ed officii divini, i quali non ha mai usato omettere. Nondimeno la ruina è venuta a tempo suo e gli altri che sono stati pieni di vizi, si può giudicare che, quanto al mondo, siano vissuti e morti felici ».3 Anche ammesso che questa lode sia giustificata, non può tuttavia risparmiarsi al secondo papa mediceo il rimprovero di non essersi per il corso degli 11 anni del suo governo mostrato mai all’altezza della difficoltà della situazione. Calcolatore piccino, non si lasciò che troppo spesso guidare da considerazioni anguste quando erano in giuoco cose grandi : fuor di modo pauroso, solo a rilento prendeva una decisione, troppo inclinando a voler sostituire ad ogni progetto buono uno migliore. Il color fresco della risolutezza in lui era sempre infettato dal pallore del pensiero. Difettava totalmente di iniziativa energica e di coraggiosa risolutezza. Che cosa dovesse risultare in un governo di persona così oscillante, venne caratterizzato insuperabilmente dal Berni in un epigramma pungentissimo: Un papato composto di rispetti, Di considerazioni e di discorsi, Di più, di poi, di ma, di si, di forsi, Di pur, di assai parole senza effetti. * (Papato VII, 221), Zama (Agro romano, Roma 1879, 54 s.) e Abdant (Pape» et Papsans 47, 127 s.), fu completata il 1° agosto 1524 da una seconda costituzione ; vedi Decupis, Per gli usi civici nell'Agro Romano, Roma 1906, 20. I torbidi guerreschi annientarono questi eccellenti provvedimenti. Anche nel 1529 regnava in Roma carestia incredibile', vedi Contarmi presso Alberi 2* serie III, 26-, Rktjmont III 2, 290. 1 L’uno e l’altro tuttavia non sono per nulla imparziali, tedi Halan, mente VII 216. iSu pasquinate alla morte di demente VII vedi Otom. d. lett. Jtal. XXXI, 401, 402, 405. 2 Retjmont III 2, 266. 3 Vettori 381. Gregobovius IV, 800. * Bebni, Rime ed. Vibgili 43s. ; cfr. Virgili, Berni 100s. e Rbumont III -, -68.