Pericoli del papa. Due giorni dopo il Perez comparve in udienza da Clemente VII per comunicargli una lettera, che l’imperatore aveva diretto a Cesare Fieramosca il 9 novembre. Perchè non avete di nuovo preso con voi un notaio, chiese il papa con tono sdegnoso al segretario d’ambasciata, per fare confermare anche la consegna di questa lettera? Perez, secondo la sua propria relazione, ebbe la sfrontatezza di negare del tutto la stesura dell’atto notarile del 12 dicembre. « Siccome poi, così racconta egli stesso, notai che il papa aveva osservato tutto l’andamento e veduto il notaio, che ben conosceva di sembiante e i testimonii, io fui costretto a confessare di avere agito in tal guisa per espresso comando di vostra maestà. Allora avreste dovuto avvisarmi prima, rispose il papa, ed io non avrei impedita la lettura delle lettere nel concistoro». E troncò ulteriori scuse del Perez col togliere l’udienza. Clemente fece però notare all’ambasciatore portoghese, che in caso di bisogno si sarebbe valso delle lettere dell’imperatore a sua difesa.1 Che gli imperiali fossero decisi fino all’estremo, venne dimostrato dal fatto, che il Lannoy passo passo accresceva le sue pretese e faceva avanzare le sue truppe verso Fresinone.2 Accogliere le condizioni del Lannoy, che come garanzia della pace da ultimo chiedeva dal papa la cessione di Parma, Piacenza, Ostia e Civitavecchia e dai Fiorentini Pisa e Livorno, avrebbe annientato il dominio temporale della Santa Sede.3 II papa dichiarò fra la più grande commozione, che se gli si voleva rubare ogni cosa, questo dovrebbe avvenire solo colla violenza e non in via amichevole.* In fretta si proseguirono gli arruolamenti di truppe per l’esercito papale : a Roma, dove gli abitanti davano le migliori assicurazioni in riguardo alla loro partecipazione alla difesa, lavorava attivamente il celebre ingegnere Sangallo, in cui il papa riponeva speciale fiducia.5 II 10 dicembre il bellicoso legato Trivulzio era partito per recarsi presso le truppe che dovevano andare incontro «•ra concorde su tutti i punti, eccettuata la questione del concilio. Gayan-fos III 2, n. 3. Il 26 gennaio il Perez informa di nuovo delle grandi divergenze 'lei cardinali sui diritti dell'imperatore rispetto al concilio. Il tono aspro dell'imperatore fu disapprovato dai cardinali. Ibid. n. 9. 1 Perez all'imperatore il 15 dicembre 1526 presso Gayaxgos III 1. n. 633. 5 Ofr. Grethen 141 ss. 3 Vedi la * lettera del Canossa al Giberti in data di Venezia 16 dicembre 1526 nella Biblioteca comunale di Verona. Ofr. il giudizio del dk Leva II. 406; del Gbbgorovitjs IV, 702 e del Professioni-:. Dal •trattato di Madrid s. il Carpi e gli altri agenti di Francia non ostante l'aperta rottura fra l’imperatore ed il papa temevano un componimento dei medesimi e lavoravano in senso contrario; vedi la ‘relazione di G. de’ Medici in data di Roma 15 dicembre 1526 nell'A rchivio di Stato in Firenze. 4 Grbthen 143. 5 Cfr. i * dispacci di G. de’ Medici in data di Roma 2, 4, 28 e 30 dicembre 1526 nell’A r eh i vi o di Stato in Firenze; vedi anche la relazione di Perez del 15 dicembre presso Vhxa, Asalto 49 s.