Trattative intorno al pericolo turco nel 1531. 423 In ciò gli furono procurate non lievi difficoltà da parte di molti cardinali. Se in vista del pericolo comune il papa rilevava la necessità di procurare denaro, gli si rispondeva, che spesso i principi avevano impiegato queste somme a tutt’altri scopi, per cui nessuno in Italia voleva pagare alcun che. Clemente VII propose di raccogliere il denaro richiamando l’attenzione sui pericoli che minacciavano la penisola italiana da parte dei pirati maomettani e di mandarlo poscia là dove fosse maggiore il bisogno. Tutti i cardinali furono d’accordo in questo, che i denari della crociata non dovessero ottenersi colla creazione di nuovi cardinali o colla vendita di beni ecclesiastici.1 Da ultimo si convenne in lina tassa sul grano.2 I nemici degli Habsburg facevano notare la politica mondiale di Carlo V e la potenza del fratello di lui, aumentata coll’acquisto delle corone boema e ungherese e che l’Italia e specialmente il papa non avevano ragione alcuna di accrescere. S’arrivò persino a dire, che l’impero e regno habsburgico mirasse ad una monarchia universale in guisa più pericolosa della Turchia, facendosi rilevare, che da un lato i ministri degli Habsburg in Italia volevano sempre danaro dal papa, mentre dall’altro essi colla continua richiesta del concilio allontanavano i mezzi coi quali lo si poteva ottenere e procuravano in Italia difficoltà su difficoltà alla Santa Sede.3 A ciò s’aggiunse anche la sentenza arbitrale dell’impera-tore nella controversia con Ferrara, che dovette offendere nel più profondo Clemente VII. E poiché Carlo V, malgrado le osservazioni in contrario di Ferdinando I, rimase ostinatamente fermo nella sua decisione, le trattative intorno ai provvedimenti contro i Turchi arenarono.4 Andrea da Burgo, il rappresentante di Ferdinando I, trovavasi in condizioni difficili : nei negoziati per la questione turca egli dovette più volte sentire dal papa, che in questo affare non si potrebbe mai fare nulla di serio qualora da parte degli Habsburg non venisse alquanto rallentato l’arco eccessivamente teso dai trattati di pace di Madrid e Cambrai.5 A malgrado dell’imprudenza degli imperiali e dei continui intrighi dei francesi questo diplomatico instancabilmente attivo nell’autunno del 1531 riuscì tuttavia ad ottenere un grande successo. Con un breve del 16 settembre Clemente VII, 1 Ofr. le relazioni di A. da Burgo in Buchoi.tz IX, 93 s. 2 Vedi Sànuto LIV, 330, 336, 361 ; * relazione di Guido da Crema del 24 marzo 1531 nell'A rchivio Gonzaga in Mantova e * lettera di A. da Uurgo del 26 maggio 1531 nell'A rchivio domestico, di Corte e di Stato in Vienna. 8 A. da Burgo presso Bucholtz IX. 94 s. * Ofr. Storgmann, A. da Burgo 186, 195: Bucholtz IX, 99 s: Sanuto LIV, 475. 5 Stoegmann 207.