Matteo da Bascio. diresse da principio a questo unico punto. Col nuovo cappuccio egli nell’anno giubilare 1525 1 si pose di proprio arbitrio in viaggio per Roma avendo molto da soffrire in questa peregrinazione a causa dell’inusitato vestito: giunse tuttavia felicemente nell’eterna città riuscendo anzi a presentarsi fino al papa, al quale rivolse la preghiera di potere conservare il nuovo abito, vivere come eremita secondo la regola di san Francesco e annunciare la parola di Dio. Clemente VII, così ci viene narrato, accondiscese al desiderio, aggiungendo solo la condizione che Matteo dovesse attestare la sua pertinenza all’Ordine degli Osservanti comparendo ogni anno al capitolo provinciale dei medesimi.2 Allorquando nell’aprile del 1525 Matteo eseguì quest’ordine ma senza potere presentare un permesso papale in iscritto per il suo nuovo modo di vita e abito, Giovanni da Fano, ¿1 provinciale della Marca altrettanto energico quanto dotto, fece mettere in carcere siccome apostata e renitente il confratello troppo ingenuo. Ciò facendo Giovanni potè appellarsi al fatto che già Giovanni XXII aveva interdetto l’introduzione d’un nuovo cappuccio e che Leone X e Clemente VII avevano proibito qualsiasi distacco per proprio capriccio dalla comunità dell’Ordine.3 Non rimase ignorato il caso di Matteo >e lo riseppe anche la duchessa Caterina Cibo, per il cui energico intervento già nel luglio Matteo riaveva la sua libertà recandosi a Camerino e tenendo con grande successo prediche di penitenza. In breve s’unirono a lui anche altri Osservanti : prima di tutto i fratelli carnali Lodo- 1 Santoni 61 ha ripigliato l’opinione antica che colloca l'origine dei Cappuccini nel 1524, opinione seguita nel 1624 quando si celebrò il centenario. La * Cronica del P. Bernardino da Coì-petrazzo I (Archivio generale dei Cappuccini in Homa) però, d'accordo con Giovanni db Terranova (cfr. App. n. 119), ripetutamente dà il 1525. 2 Bernardino da Colpetrazzo. * Cronica, racconta che Slatteo avrebbe detto al papa : « Sappiate, P. S", che a questi tempi nostri non s'osserMu universalmente la regola, e io desidero de osservarla ad lettera, e per questo hnmilmente vi prego, che me concedete de portar quest’abito e osservar la regola ad lettera, e perchè i nostri padri non vorrebbono che tra di loro que-st’habito si portasse, vi prego che vi piaccia de confederine ch’io ixjs^i andare per il mondo predicando i commandamenti di Dio e più con l'esempio che con le parole secondo la mia semplicità esortar ogn’uno alla via dii Dio e al-l’opere buone ; respose S. Stà : cosi è la voluntà nostra e nostra intentlone che la regola si osservi a lettera secondo il voler di N. S. Giesu ni ri sto e di iS. Francesco e per questo di bonissima voglia ve concedemo quanto voi me dimandate per l’osservanza della regola, ma in segno de obedienza in tempo del capitolo » ecc. Qui dunque non trovasi ancora l’estensione del permesso papale ad altri : ha invece questa versione Mattiiias de iSai.o I, 74 e da lui Boverius I, 43 : per la critica v. App. n. 119. Che Matteo chiedesse solo Iter sè, non per altri la licenza del papa, lo dice espressamente anche Ioh. de Terranova in Acta Sanctor., Maii IV, 284. a Misceli, francese. IV, 153; Waddino XVI2, 576 s. e Santoni 11-12 e 62. Pastor, Storta dei Papi, IV, 2. 38