390 Era una spedizione militare contro potenti avversari, ma era anche una dimostrazione manifesta della nuova realtà politica rivissuta nell’ Adriatico. Minaccia non vana, diretta contro i nemici ; opportuno monito agli amici, solleciti a onorare nel transito il glorioso ospite, da Parenzo a Pola; cortese ma fermo invito ai nuovi sudditi a prestare, avanti tutto, giuramento di fedeltà (1). A Ossero prima, il 5 giugno, a Zara poi, presenti, fra gli altri, quelli di Veglia e di Arbe, fu suggellato l’atto di sottomissione. Di qui, respinta ogni lusinga del re croato, che con ingannevoli offerte presumeva arrestare la trionfale avanzata del duca veneto, atteso con ansia dalle città soggette al giogo slavo, iniziava la brillante campagna di riscatto delle terre oppresse (2). Una squadra navale lanciata a rastrellare le unità nemiche, catturava all’altezza di Cazza un convoglio narentano, che faceva ritorno senza sospetto dalla Puglia, e bloccava il porto di Trau (3). Pietro Orseolo, sbarcato con le milizie venete, associava queste a quelle dalmate, e iniziava l’avanzata per via di terra, allo scopo di sloggiare il nemico dalle città usurpate. Pasman (Zara Vecchia), Vergada, Trau si sottomisero, in presenza delle bande nemiche di presidio, impotenti a soffocare e a contenere 1’ entusiasmo del popolo, che acclamava al liberatore, fatto segno di feste e onori. Principi slavi, sorpresi e soprafatti da questa repentina esplosione, che faceva crollare in un istante il loro dominio, non indugiarono ad affidarsi alla lealtà del vincitore e a sottomettersi. La metropoli della Dalmazia si arrese ; accolse trionfalmente il nuovo sovrano ; a lui prestò omaggio di fedeltà e di sudditanza (4). Alla vista dei rapidi successi veneziani, il principe narentano non tardò a scindere la propria responsabilità da quella del regno croato, e accettò, per liberare gli ostaggi catturati dalla squadra d. Akad. Wien. », XX, 353 sgg.; Jierecek, Geschichte eit. p. 215 ; Die Romanen in d. städten Dalmaten in « Sitz. d. Akad. Wien », vol. 48-49 ; Sisic, Povijest p. 480 sgg; Kolschutter, Venedig cit., p. 36 sgg. (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 156. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 157. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 157 sg. (4) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 158. Cfr. Brünelli, Storia di Zara, Venezia, 1913, vol. I, 273 sgg.