Contegno di Clemente di fronte a Carlo V e Francesco I. 167 Il Sessa, il quale in Clemente VII non scorgeva che l’antico fautore della politica imperiale, rimase deluso nelle sue speranze nel modo più grave. Il papa rifiutò recisamente di convertire in offensiva la lega difensiva stipulata con Adriano VI dichiarando che continuerebbe a pagare la somma pattuita per l’esercito imperiale, ma che, come padre comune di tutti, il suo primo dovere era di ristabilire la pace universale nella cristianità. Tutte le mie rimostranze, notificava addì 30 novembre un altro diplomatico imperiale, il pro-tonotario Caracciolo, sono rimaste infruttuose; il papa osservava che egli non avrebbe potuto dichiararsi pubblicamente per una lega contro la Francia e che tenterebbe piuttosto di ottenere un armistizio generale fra tutti gli Stati cristiani.1 A questo fine furono anche di fatto indirizzati sulle prime gli sforzi del papa. Queste intenzioni pacifiche, con riguardo specialmente al pericolo turco, egli aveva già accentuate nell’epistola inviata prima della sua incoronazione, colla quale annunciava al re di Francia la sua elezione.2 Clemente VII confidava di potere appagare gli imperiali senza romperla apertamente coi Francesi,3 laddove ognuno dei due avversari^ che combattevansi accanitamente, tanto Carlo come Francesco, pretendeva ch’egli prendesse una parte risoluta in proprio favore. In questo senso si adopravano non solo gli ambasciatori e cardinali d’ambedue le parti, ma anche dei messi speciali del re di Francia e dell’imperatore. L’inviato di Francesco I, Saint-Marceau, giungeva a Roma il 1° febbraio 1524. Per quanto grandi fossero le di lui profferte, Clemente rifiutò il riconoscimento di Francesco I come signore di Milano e si mostrò studioso fino allo scrupolo d’evitare persino l’apparenza di un favoreggiamento della Francia.4 Ma altrettanto poco accondiscese a concessioni maggiori di quelle contenute nel trattato concluso dal suo predecessore con Carlo V, che doveva durare fino al settembre del 1524. Non ostante la penuria finanziaria pagò le somme pattuite, ma per riguardo alla Francia segretamente.5 II Sessa era fuori di sè per l’irresolutezza del papa, 1 Bebgenboth II, n. 613, 615. Gbethen 25 s. 2 Raynald 1528, n. 128. 3 Dispaccio del Foscari del 7 dicembre 1523 presso Baumgarten, Karl 1 . IT, 290. * Bbown III, n. 800, 804. Bebgenboth II, n. 617, 619. Sanuto XXXV, 394. Bitchoi.tz II, 254. Gucthen 27 s. G. de’ Medici riferiva al 10 febbraio 1524: * « Mons. de (S. Marseo da buone parole a N. S. chel suo re farà quanto vorrà. S. Sta non viene a ristretto. Volentieri fariano una tregua con tener quello hanno acquistato in Lombardia. Li Imperiali non la vogliono ascoltare e sperono recuperare quello hanno perso ». Archivio di 'Stato in Firenze. I buoni servigi di iSaint-Marceau elogia ¡Clemente VII in un * breve a Francesco I del 10 aprile 1524. Arni. .',0, voi. 8 (Min.), n. 155 nell’A r c h i v i o segreto pontificio. 5 Mignet, Rivalité I, 457 nota. Ehses, Politik Klemens’ VII. 563. In * Intr. et Exit. 561. (Archivio segreto pontificio) sono registrati al 30 gen-