Impressione suscitata dall’elezione di Adriano VI. li) Da sentimenti simili era occupata la maggioranza degli elettori. Un amico del poeta Tebaldeo, che entrò in conclave immediatamente dopo promulgata l’elezione, scrive : credevo di vedere spiriti del limbo, tanto pallide e spaventate facce io scorsi. Quasi tutti sono malcontenti e già si pentono d’avere eletto uno sconosciuto, un barbaro e maggiordomo dell’imperatore.1 Dopo l’elezione, dice l’inviato veneto Gradenigo, i cardinali erano come morti.s Allora soltanto apparve loro chiara l’intiera portata di ciò che avevano fatto. Lo Stato pontificio minacciava di sfasciarsi qualora non si procedesse tosto con energia e invece il nuovo papa non poteva entrare in Roma che dopo mesi. La prodigalità di Leone e la sua partecipazione alla grande guerra tra il re francese e l’imperatore avevano dato fondo ai mezzi pecuniarii della Sede apostolica e soltanto un investito della tiara pontificia affatto neutrale poteva fermare la ruina totale delle finanze, ma tale imparzialità difficilmente era da sperarsi da chi era stato educatore ed ora era luogotenente di Carlo in Ispagna. Adriano infatti passava per cotanto intimamente legato al medesimo, che il Cardinal Gonzaga scriveva potersi dire, che ora l’imperatore era papa e il papa imperatore. * Il numero maggiore degli elettori aveva da temere per se stesso ove si fosse trattato d’una riforma a fondo della Curia, ma che cosa era da attendersi se l’innalzato alla suprema delle dignità era realmente quell’asceta, quale lo celebrava il Cardinal Caetano?* I cardinali lasciarono il conclave dopo d’avere deliberato, in seguito a lunghe discussioni, una lettera ad Adriano annunciante l’elezione, da portarsi da uno Spagnuolo, Baldassarre del Rio, vescovo di Scala, e l’invio al nuovo pontefice di tre cardinali legati. La folla raccolta davanti al conclave accolse i cardinali con parole di villania e di scherno, con grida e fischi. Essi poterono andar lieti che i Romani, gente dal sangue caldo, si limitassero a questo e non se la pigliassero seco loro coi fatti.5 Nei giorni seguenti il ho cardu Fiamengo è detto Adriano nella * lettera degli inviati bolognesi (A. Pepulus e Laur. Blanchcttus) del 9 gennaio 1522. Archivio di Stato in Bologna. i Sanuto XXXII, 415. 3 Aj.iikki 2* serie III, 74. 3 * « So bene egli non potrebbe essere più imi>eriale di quello che è, et quasi si può dire che lo imperatore sarà papa et il imi» lo imperatore. ìxt amore che è tra luno et laltro di loro fa una trinità et saranno più persone in uno solo ». * li card. Gonzaga alla marchesa Isabella, Roma 9 gennaio 1522. Archivio Gonzaga in Mantova. * t'ir, la dedica del Caetano della terza parte de’ suoi Commentarti a san Tommaso, di cui trattò Bottemakne nel periodico De Katholiek (Ix;iden 1882) LXXXII, 73-98. 5 Vedi Blasius de Mabtixelxis appo Gatticus 320; Sakuto XXXII 380, 415-416; Brewer III 2, n. 1960; Jovius, Vita Adriani Vi. L'elezione era stata pubblicata circa l'ora 18* (le 11 antimeridiane) e i cardinali lasciarono il