Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 8. Al principio di maggio Clemente VII coi cardinali discusse per il minuto sulle misure da prendersi di fronte ai deliberati di Norimberga. I cardinali Monte e Numai scrissero speciali pareri. Si decise di non respingere in linea di principio che si sollecitasse un concilio ecumenico, dovendosi però far notare gli impedimenti ostanti in seguito alle complicazioni della guerra e insieme promettere negoziati. In rapporto ai gravamina si promise di provvedervi coll’osservanza delle disposizioni del concilio Lateranense . ulteriore trattazione della cosa a mezzo d’una commissione cardinalizia. Se si accondiscese in queste due importanti questioni all’opposizione tedesca, si tenne poi tanto più rigidamente fermo all’effettuazione dell’editto di Worms, come pure alla opposizione contro il concilio nazionale di Spira. Non solamente l’imperatore, ma anche principi stranieri, come i re di Inghilterra, Francia • Portogallo dovevano agire ir» contrario1 e una serie di brevi in questo senso fu spedita ancora nel maggio, mettendosi nello stess i tempo in moto anche i nunzi : 2 si diedero istruzioni minute in modo speciale ai rappresentanti pontifìci presso l’imperatore.3 Questi passi di Clemente VII ottennero il successo, che Carlo V interdisse ripetutamente, recisamente e severamente il concilio nazionale di Spira e ordinò l’osservanza dell’editto di Worms e che si fuggisse ogni innovazione religiosa.4 Ingiungendo al suo oratore romano di rendere noti al papa questi passi, Carlo fece insieme dichiarare, che egli veramente reputava vantaggiosa la convocazione d’un concilio ecumenico ; come luogo per esso raccomandarsi Trento, considerata città tedesca sebbene sia italiana; del resto essere iil papa libero di trasferire più tardi l’assemblea in Italia. ' L’accordo e la riforma ratisbonese, l’osservanza inculcata dall’imperatore dell’editto di Worms e l’impedimento del concilio nazionale di Spira, erano indubbiamente successi importanti. Cam-pegio, che fino all’8 dicembre stette a Vienna lavorando di là contro gli eretici in Germania e per la riconciliazione dei Boemi 1 Ofr. Palla vicini II. 10; Khsks, Conc. Trìd. IX. xvms. : Frikiiensui k1 ln Quellen n. Forsch. Ili, 2s. ; 6s. ; Santjto XXXVI, 346. 387, 412. I.n * bollii In coena, Dat. 1523 (stile fior.) 9 Cai. Aprii., condannava tutti gli eretici specialmente I Altero e suoi aderenti. Urgent. 12!,5, f. 152 s. Archivili segreto pontificio. 2 I’aixavicini II, 10; Bayram 1524, n. lös.: Khsks. Coite. Triti, IV, nix: Balas, il on. Ref. n. 157; Weizsäcker ln Hi&t. Zeit sehr. LXIY. 205 s.: Hefki.k IIerqenrüther IX. 363 e Brasse, Me Geschichte de# Speiercr Na-lionaWcoiizil* (dissert.), Halle 1890. 3 Balan, 3Imi, ref. 154. Hefele-Hergenröther IX, 365 s. * Cfr. Notizenblatt zum Archiv f ür österr. Gesch. II, 97 s., 245 e Hist. Zeitsehr. LXIV, 208 s » Vedi Heine, Briefe 518 s. cd Ehses, Conc. Tri l, IV. xix. Per nuotivi di politica il Sessa reputò opportuno di non fare l’ambasciata riflettente il concilio; vedi Bebgenroth II, n. 675.