50 Libro II. Adriano VI. 1522-1523. Capitolo 1. pensava sul serio a continuare la nuova fabbrica di San Pietro’ certamente però guidato da interesse più religioso che artistico. Contro la rappresentazione di Adriano quasi fosse un « barbaro » in fatto d’arte parla anche la circostanza, che, malgrado la sua penuria di denaro, riscattò i tappeti di Raffaello impegnati dopo la morte di Leone X 2 e li fece nuovamente esporre nella Cappella Sistina celebrandosi l’anniversario della sua incoronazione. 3 La splendida magnificenza del Vaticano spiaceva ad Adriano. Da principio egli aveva pensato di non andarvi ad abitare volendo affittarsi una dimora in una semplice casa con un giardino annesso. L’ambasciatore imperiale narra pieno di meraviglia questa strana intenzione del neoeletto, al quale Dio aveva pur dato il più bel palazzo di Roma.4 Nè minore meraviglia suscitò il fatto, che Adriano non largì la minima attestazione di favore allo sciame di quei belli spiriti di poeti e umanisti, che Leone X aveva così male avvezzati. Sebbene non privo di gusto per la eleganza dell’espressione latina, il pratico neerlandese non teneva conto alcuno dei fabbricatori di versi ed anzi egli metteva deliberatamente in mostra il suo disprezzo per i medesimi. Quando concesse un benefìcio in Como a Paolo Giovio, il papa osservò che gli dava quella distinzione perchè era storico, non già perchè poeta. Ciò che determinò Adriano all’ostilità verso i poeti umanisti del suo tempo, fu prima di tutto la vita libera della massima parte di essi e il loro non di rado frivolo baloccarsi col mondo dei pagani. Nel suo entusiasmo per la bellezza Leone X era passato sopra queste degenerazioni, ma il severo figlio del Nord applicava a simili cose una misura molto più rigida.5 Nella sua reazione però egli andò certamente troppo avanti e troppo poco separò negli umanisti i buoni dai cattivi elementi, chè persino il pio ed eccellente Sadoleto non trovò grazia ai suoi occhi : si rimase formalmente inorriditi quando sulle lettere »che Altartafel g» Obcn eUach. Klagenfurt 1890; JaksSek-Pastob VI»?, 100 s. ; Janitjcek, Geseh. dcr Malerei 531; Wurzbach. Gesch. der holUind Malerei (1X85) 62, che però difficilmente è in grado di recare una prova per la sua affermazione, che Adriano abbia nominato Scorei « direttore dei suoi tesori artistici ». 1 Ofr. Sanuto XXXII -L3S e la * lettera di G. M. della Porta del 1” ottobre 1523 nell’A rchivio di Stato in Firenze. 2 ('fr. il nostro voi. IV 1, 474. 3 Questo fatto finora ignoto risulta da una * relazione di L. Gati da Roma 2 settembre 1533. purtroppo distrutta in parte dal fuoco. Vi è leggibile quanto segue : * « X. S" cessi come ha facto de l'altre cose recuiierate da quelli mercatanti, cossi anche a voluto mostrar quelle cortine, che fece far papa Leone secondo un disegno di Raphael d’Urbino et a quella proxima capella le ha fatto metter fuori ». Archivio di Stato in Modena. •» Bergenhoth II, n. 392. s Jovnrs, Vita Adriani VI : iSohuxte I, 230.