Contegno poco favorevole di Adriano verso i letterati e artisti italiani. 51 di lui universalmente apprezzate il papa fece la sprezzante osservazione, che erano lettere di un poeta.1 L’evoluzione della cultura del rinascimento, che sotto Leone X aveva raggiunto l’apogeo, era per Adriano un mondo affatto straniero, in cui non si trovava bene. Il brusco cambiamento, che con lui subentrò in Roma, fu tanto più sentito perchè il liberale Mediceo s’era dato senza riserva a tutte le tendenze di questa cultura. E alti lamenti levarono le persone culte sulla nuova era, per la quale il Vaticano, fino allora il centro più rumoroso della vita letteraria e artistica, era stato trasformato in un tranquillo monastero. Si dimenticarono tutte le eccellenti qualità di Adriano e non si vide in lui che il forestiero, al quale erano straniere l’arte, i costumi e la politica d’Italia. Il contegno poco favorevole di Adriano VI verso i letterati e artisti italiani dipese del resto non soltanto dalla mancanza in lui di intelligenza e gusto per il rinascimento: data la brevità del suo governo e l’opprimente penuria finanziaria egli non fu in grado di essere su questi campi un Mecenate.2 I contemporanei passa- 1 Negri in Lett. d. princ. I, 113, che in questo detto vede un beffeggiare la eloquenza. Quanto poco gli oratori d’allora apprezzassero il severo sentimento di Adriano VI è dimostrato dall’* Oratio de passione Domini in ('od. I at. 8106 f. 53 s. (Biblioteca Vaticana), in cui si rivolge ad Adriano la parola dicendo Te dive Adriane, cosa che pel papa era certamente esecrabile. Ciò awerossi ancor pili negli elogi eccessivi del Balbi (Zettschr. fiir scliles. fhuch. XIX, Ita)). l’n’orazione e una predica tenuta dinanzi a Adriano VI kmiosì conservate in stampe molto rare: 1. Barth. Abnot-phim Oratio habita in pubi, consist. ad Adrianum VI. P. H. pro obediontia reipubl. Lucen., s. Il et a. ; 2. De Christi passione oratio Io. Mariae archiepise. Sipontin. habita in sacello ponti/, ad Hadrianum VI. P. il. ac ampliss. card, senatum 1529. HI Aprii Ilomae 1597. La • Oratio Rayn’aijii Petuuccii ad Adrianum VI. in occasione della prestazione d’obbedienza dei ‘Senesi nel Cod. Vatic. .1578 della Biblioteca Vaticana. 2 Nel 1900 il Müntz mi comunicava di aver trovato nei conti di Adriano solo una spesa per l’arte: essa però è caratteristica dei pio pontefice. ’Nell’ottobre del 1522 egli pagò degli orefici «per fare due angeli et una corona ** la nostra donna». Oltracciò in • Die. cani. 71. f. 22<>*> dellArchivlo se-Kreto pontificio lo trovai un * ordine del camerlengo a Evangelista de Torquatis eiv. Rorn. D. Romae in cam. apost. 18 Julii 1523 ptmtif. Adriano VI. l>ro abstergenda. decorando et siligenda via S. Spiritus de urli. Cfr. ‘lordine del 24 lugUo 1523 in Div. cam. Ti, f. 34. Mol-i-, Kerkhist. Archief II, 45 rt-CTtia un organo da Adriano VI mandato in dono nei Paesi Bassi. Pare che accenni a sussidii avuti da Adriano VI la sua arma sulla facciata del palazzo pubblico di Foligno. — Solo in numero limitato si ebbero delle dediche letterarie a Adriano VI. Oltre al lavoro del cardinale Caetano citato a p. 19, n. 4 e allo scritto di Guillelmcs Valla Rheoiensis sull’esarcato d’Italia di cui ha recentemente trattato H. Sauer (dissertazione di Oottinga 190;>: ai codici Ivi ricordati p. 16 vanno aggiunti: Ottob. 2521, Urbin. 81$, f. 11 e 86.'/ t. -T.i s., Harber. XXX111-91) sono da menzionarsi un lavoro di Hochstratk.v contro Luterò (vedi Lämmer. Vortrid Theol. 17), un altro di Eck (Höfler 323), Thomas Iiaymcus (francescano), Libellus de potest. s. pontificis. Taurini 15K5