260 Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 4. in file serrate: i lanzichenecchi a Campo di Fiore, gli Spagnoli a piazza Navona, mentre che Ferrante Gonzaga guardava il ponte S. Angelo. Queste misure di precauzione si mostrarono però superflue: Guido Rangoni in vero era apparso la sera presso il ponte Salaro con 500 cavalleggeri e 800 archibusieri, ma alla nuova della caduta di Roma aveva immediatamente ripiegato su Otricoli. Quando i soldati vincitori videro che nessuno contendeva loro il successo riportato così rapidamente, i capi non furono più in grado di tenerli uniti. Da prima si sparpagliarono i rapaci Spagnoli, poi anche i lanzichenecchi. 20000 selvaggi mercenari, cui s’era immischiata una moltitudine di furfanti e di banditi,1 si sparsero ora per le vie dell’infelice capitale del mondo per saccheggiare, incen diare e uccidere «secondo il diritto di guerra». Con in mano ceri accesi questi selvaggi compari movevano pel fìtto della notte di casa in casa, ma prendendo solo oro e argento; chi si opponeva veniva lì per lì ucciso ».2 La mattina del 7 maggio Roma offriva uno spettacolo difficilmente descrivibile a parole. Era una vista, che, come scriveva Francesco Gonzaga, avrebbe potuto muovere a compassione i sassi.8 Ovunque la più orribile devastazione, ovunque saccheggio e morte. L’aria rintronava dei lamenti delle donne, del vagito degl’infanti, del latrato dei cani, del nitrito dei cavalli, del crepito delle armi, del fracasso delle case cadenti e brucianti.4 Tutte le relazioni, sinanco quelle spagnole, sono concordi nel dire che nessun’età, sesso, condizione, nazionalità, nè Spagnoli o Tedeschi, nè chiese o spedali furono risparmiati.5 Gli sgherri dapprima asportarono dalle case e dai palazzi tutti gli oggetti preziosi : poscia imposero ai derubati possessori, uomini, donne e fanciulli e persino ai domestici, il pagamento di un riscatto: chi non poteva darlo, veniva prima torturato ¡in modo 1 Secondo il San uro XLV, 28S, 11 numero <11 questi furfanti si sarebbe aggirato intorno a 10000, il che è sicuramente esagerato. La stessa cosa afferma I'Amaseo, Diario, Venezia 1884, 90-91. Sul nerbo dell’esercito imperiale vedi sopra pag. 235. Il Giovro, Columna 165, esagera quando ia irrompere in Roma più di 40000 nemici. Gualderontco 91 ne dà solo 18000. Cornelio de Fine 25000. (*< Diario nella Biblioteca nazionale di Parigi). 2 * « Primi spoliatores erant Hispani et Itali qui tota nocte cum torciis cerae albae circumibant civitatem a domo ad domum nil accipientes nisi aurum et argentum, si tamen alia preciosa, non accipiebant ». * Diario di Cornei.io de Fine nella Biblioteca nazionale di Parigi. s II * dispaccio di quest’ambasciatore, scritto con mano tremante, fu da me trovato nell’ ArchivioGonzagain Mantova; vedi il testo in App. n. 114. * J. Cave 400. Gfr. inoltre la relazione di F. Gonzaga del- 9 maggio 1527 presso Luzio ,Maramaldo 79. « Villa,"-1 salto 124, 135 s., 143, 164. Cfr. Milanesi 501; Santito XLV, 88, 90; Gualderonioo 92. Vedi anche la *Relatione di diversi casi curiosi successi in Roma nel sacco di Borbone in Cod. R, 6 11 della Biblioteca Angelica di Rom a.