326 Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 7. potenza imperiale da parte sia della Baviera sia del vaivoda di Transilvania.1 Il papa disperava già del ritorno del Quiñones quando .il 17 dicembre 1528 arrivò la notizia, ch’egli era approdato a Genova ir compagnia di Miguel Mai,2 notizia a lui molto gradita perchè pa reva s’avesse in ciò sicura speranza di venire in chiaro sull’atteggiamento dell’imperatore. Addì 30 dicembre il Quiñones giunse a Roma, dove gli venne assegnata l’abitazione in immediata vicinanza degli appartamenti del papa. 3 Ma la speranza di ottenere finalmente sicura cognizione delle intenzioni imperiali si risolse in una delusione. Il Quiñones non recò che belle parole rimandando per tutti i particolari a trattative col viceré di Napoli.4 Il Contarmi stimò questo il momento favorevole per impegnare ancora una volta tutta la sua eloquenza presso il papa onde indurlo alla rinunzia di Ravenna e Cervia e guadagnarlo alla lega. Egli poi credette di dover procedere con tanto maggior zelo perchè correva voce che il papa meditasse di lanciare l’interdetto sopra Venezia. Ai 4 di gennaio del 1529 Contarmi si presentò al papa osservando che veniva non come ambasciatore di Venezia, ma come italiano, come uomo privato e cristiano ad esporre le sue idee sulla situazione. Invitato dal papa a esprimersi liberamente, il Contarmi cor efficaci parole dichiarò importare sopra tutto che nell’attuale momento il capo della Chiesa non proseguisse, alla stessa guisa dei reggitori degli Stati civili, soltanto interessi particolari, ma avesse in vista il bene generale della cristianità e con ciò distogliesse anche gli altri principi dalla loro politica meramente egoista. Nei corso delle sue ulteriori dichiarazioni il Contarini pretendeva da papa nientemeno che la rinunzia ad alcune porzioni, anzi persino 1 Colla relazione di Giovanni Gioachino [Passano] del 7 novembre 1528 presso Moum II, 122 efr. le * relazioni del Raince 14 dicembre 1528 e del Bellay de 1“ gennaio 1521). usate per il primo da Ranke. Deutsche Gesch. Illb, 21 s., all» Nazionale di Parigi. Le segnature dei manoscritti mancanti in Raskk sono in de Leva II. 4!H. dove va notato che ili*, lìciti. 8534 ora porta la segnatura frane. $009. 2 Relazione al marchese di Mantova del 17 dicembre 1528 presso Sanct" XLIX, 281 ; cfr. 331 e Leti. d. princ. I, 118. Nella * credenziale di Carlo V per M. Mai in data 17 luglio 1528 l'imperatore scriveva al papa : * Si praesentes S. V. praesentem alloqneremur. non facilius animum nostrum ea perspieeret quatti ex magnifico equite Michaele Mayo, consiliario et oratore nostro, quem ad S. ^ mittimus ». Lettere di principi V, f. 202. Archivio segreto pontificio. 3 iSlAStTTO XLIX, 348 ss. * Iìrow.v IV, 186. Relazione di Contarini presso Alrèri 2* serie ITI, f; cosa interessante, e che getta luce sul contegno di Carlo da noi esposto nel testo, il fatto, che. come disse il Mai ad Andrea da Rurgo, l'imperatore non fidava piti del tutto del Quiñones dacché questi era diventato cardiuale : vedi l:i * relazione di A. da Burgo a Ferdinando I in data di Roma 2 marzo 1529 all’A rch i vi o domestico, di Corte e di Stato in Vienna. Siti motivi che ritardarono l'arrivo del Quiñones vedi Axcel, D'un reeveit de doe. appari, à VhéHt. du card. A. Trivulzio, Bruges 1906, 7.