Condizione tristissima del papa. 2£5 loso fermento per causa delle tasse, della peste e della carestia.L Quasi contemporaneamente vi giungeva unìaltra terribile novella : che cioè Carlo di Lannoy si avvicinava colla flotta imperiale alla costa italiana.2 Come al settentrione dai lanzichenecchi pieni di avidità di bottino e di odio al papa, così Clemente VII si vedeva ora minacciato anche dal lato del mare. La sua paura era più grande che mai : non sapeva più da che parte voltarsi. Secondo la relazione deH’ambasciatore milanese Landriano in data del 28 novembre, Clemente VII fu sopra tutto colpito dal passaggio del duca di Ferrara alla parte dell’imperatore. Il papa, riferisce il Landrilano, era come morto: ogni tentativo dei legati di Francia, Inghilterra e Venezia, di confortarlo, saranno inutili e se non sopravviene cosa del tutto inaspettata, egli conchiuderà la pace o un giorno scapperà. Mi pare un ammalato abbandonato dai medici. Di Francia non si sa nulla affatto, il che spinge ognuno alla disperazione.* Alcuni giorni dopo, il medesimo ambasciatore scrive con amara ironia che dalla Francia non giungono nè denaro, nè truppe nè altre notizie da quella infuori che il re si diverte a ballare. E noi siamo più morti che vivi. Qui, a Bologna e a Modena, si arma febbrilmente, ma ciò non gioverà a nulla. L’estrema necessità spingerà ad un componimento col nemico. * La situazione era tale, che persino il Raince, segretario dell’ambasciata francese, dichiarò che senza pronto soccorso da parte di Francesco I il papa non poteva opporre più a lungo resistenza e neanche reggersi più a Roma: che Clemente aveva fatto tutto il possibile e che probabilmente il soccorso straniero ora arriverebbe troppo tardi.6 Il 30 novembre i cardinali si consultarono intorno a ciò che doveva farsi. Vennero proposte tre vie: difesa, fuga o armistizio. I pareri erano divisi. La difesa fu riconosciuta come impossibile, la '•■va, che la nuova del ferimento del Medici pervenne a Roma 11 30 novembre e quella della morte ai 4 dicembre. Cfr. anche Arch. stor. Ital. App. II, 295 e Gaothiez, Jean de* Bande» noire» 315 s. 1 Cfr. Sai-violi XVII, 12. - Ofr. i * dispacci di G. de’ Medici in data di Roma 17, 19, 28 e 30 no-'embre 1526 nell’Archivio di iStato in Firenze. * Vedi in App. n. 106 la * relazione cifrata del Landriano del 28 novem-t’re 1526. Archivio di Stato in Milano. 4 Vedi in App. n. 108 la * relazione cifrata del Landriano del 2 dicembre 1526. Archivio di iStato in Milano. 5 Vedi le »lettere di N. Raince in data di Roma 26 (App. n. 105) e 27 (*< Sire, iSa Sté se trouve de plus en plus encouragé et deplaisant et tant estonné et esbay quii ne scayt de quel coté se tourner») novembre 1526. Fon fi* trine. 2984, f- 109, U3 della Biblioteca Nazionale di Parigi. Cfr. i passi «'ella lettera del da Carpi del 29 novembre 1526 presso Grkthen 137, nota 2 >• Sasuto XI.III, 349 s., 356 s. Vedi anche Vettori 373 e una »relazione cifrata del Landriano del 28 novembre 1526 nell’Archivlo di Stato in Milano. ' Pastor, Storia dei Papi, IV, 2. 15