Francesco I obbliga Adriano VI ad abbandonare la parte di pacificatore. 131 far notare, che ai piedi dei Pirenei, in Svizzera, ai confini immediati d’Italia Francesco I aveva ammassato numerose truppe per effettuare le minacce da lungo tempo ripetute e per cominciare la guerra onde riconquistare Milano. Tornò molto opportuno agli imperiali l’arrivo di una nuova lettera del re francese del 18 luglio, in seguito alla quale non eravi più luogo a dubitare della sua invasione doppiamente perversa in vista del crescente pericolo turco.1 Il papa vide che a questo punto era suo dovere abbandonare siccome privo di speranza l’ufficio fino allora rigorosamente tenuto di mediatore di pace.2 Con ciò egli non credeva di divenire infedele alla politica sua poiché già prima aveva fatto rilevare che, ove Francesco I scendesse in Italia, prenderebbe partito contro di lui.3 La lettera di Francesco I, con cui annunciava ad Adriano la sorte di Bonifacio VIII, riluceva alla mente del papa tanto più che nel luglio il re s’era fatto sentire nello stesso senso in una lettera ai cardinali.4 Ai 16 di detto mese Adriano invocò l’aiuto di Enrico Vili.5 Quanto temesse l’invasione dei Francesi è mostrato dal fatto che prese provvedimenti per assicurarsi delle porte di Roma :6 evidentemente il papa temeva per la sua libertà e per la scono addi 17 luglio 1523 gli inviati fiorentini per l’obbedienza (Archivio di Stato in Firenze). Secondo la * lettera dell’Archidiacono Gabbioneta da Roma 25 luglio 1523, fin da allora Medici diceva che mercoledì sarebbe certo pubblicata la lega tra il papa, l’imperatore e l’Inghilterra (Archivio Gonzaga in Mantova). (Con una * lettera a Francesco I del 22 luglio 1523 Adriano rifiutò la conferma dell’elezione del vescovo di iSitten. Ms. Betli. 8535, f. 65 della Nazionale di Parigi. 1 Cfr. la * lettera del nunzio dall’Cngheria del 25 giugno 1523. trasmessa il 16 luglio da G. M. della Porta. V. anche la * relazione di quest’ultimo del 22 luglio all’Archivio di Stato in Firenze. 2 V. le relazioni di M. Foscari in (Sanuto XXXIV, 350. Addi 13 luglio 1523 G. M. della Porta scrive : * « Il ipapa ha detto haver iper certa la deliberatione della passata de Francesi in Italia, et hieri mandò per l’homo del s. Alberti di Carpi usandogli queste parole : Gli Francesi vengono et tuo padrone è Francese. Noi vogliamo la roccha nostra di Reggio. Scrive che subito ne la restituisca, et cosi appresso S. ISta gli ne scrisse breve. Hor in tutta Roma non si parla d’altro che di questa callata ». Ai 15 di luglio : * « S. Sta non ha nova alcuna del suo nuncio in Franza, anzi teme, chel non sia in sua libertà... Qua dicono bisognando di far duo milUa fanti Spagnoli... Al papa era stato proposto dal Colonna che in tanta necessità di denari S. iSta facesse la restitution di Modena e Reggio con duecento millia due. et far il duca confa Uoner de la chiesa, la quale non mostra di volervi attendere». Archivio di Stato in Firenze. 3 Cfr. sopra p. 108. * .Sanuto XXXIV, 340 ss. Nel * God. Vatic. 6198, t 1 s. la lettera non è datata, come in San uro e in Cod. Vatic. S890, f. 18, dal 4, ma dal 5 luglio 1523. » Brewer III 2, 3185. 6 Narra questo fatto interessante A. Germanello al cancelliere mantovano in una * lettera del 22 luglio 1523 (Archivio Gonzaga in Mantova).