Adriano accetta la nomina a pontefice.
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volendo anche come papa non essere più di quello che era stato fino allora.1
    Corrispondendo al caldo desiderio dei cardinali, Adriano, sebbene fosse ora in possesso della piena podestà pontificia, non pensò di esercitarla prima che fossero giunti i legati mandati da Roma.2 Però, onde essere sicuro sotto ogni riguardo, ai 16 di febbraio fece redigere un atto notarile sull’accettazione da lui fatta dell’elezione. 3 Quest’atto fu compiuto del tutto in segreto, dovendo esso intervenire pubblicamente e in forma solenne solo dopo la venuta dei legati cardinalizi, che si protrasse in modo affatto inaspettato. Di giorno in giorno Adriano sentiva sempre più l’imbarazzo della sua situazione, per la quale pareva che egli rifiutasse la tiara. D’altra parte senza l’accettazione pubblica della elezione egli non poteva agire come papa colla necessaria energia, nè influire sui principi per stabilire la pace, nè amministrare la giustizia.
    Poiché ai primi di marzo non s’era sentito ancora nulla della partenza dei cardinali legati, Adriano decise di non attendere più oltre e agli 8 di detto mese in presenza di molti vescovi e prelati davanti a notaro e testimoni fece la solenne dichiarazione, che accettava la elezione a pontefice- In questa occasione egli insistè fortemente sulla sua fiducia nel fondatore divino del primato, che darebbe a lui indegno la forza di difendere la cristianità contro gli assalti dei malvagi e di ricondurre, sull’esempio del buon Pastore, all’unità della Chiesa gli erranti e gli illusi.4
    Il biografo di Adriano osserva bene a proposito: «ci voleva una fiducia in Dio superiore all’ordinario per sobbarcarsi a un peso di cui non 'poteva calcolarsi il pondo e per diventare jl’erede di tutti quei colossali dissidii e ostilità, che Leone X non era stato capace di dominare. Nello sfondo di essi, prescindendo dalla rivoluzione tedesca, nascondevasi anche uno scisma in Francia, il cui re era diventato signore della chiesa francese per il concordato concluso con Leone X, e non s’affrettava in alcun modo a riconoscere il papa tedesco, la pretesa creatura dell’imperatore ».5
  ■Archivio di «tato in Vienna). Sul suo sepolcro è strano leggere Adrian un e Iladrianus.
1 Rileva la cosa Tizio, * Hint. Senen. loc. dt. (Biblioteca Chigi a Noma). Cfr. anche Graadt Jonckkrb in Vtrechtnche Volkn-Aìmanak 1857, 175.
     *	< fr. la lettera d’Adriano a Carlo V del 15 febbraio 1522 presso Gachaki), Corre«p. 34.
     *	Vedi Ortiz presso Bcbmajìx 161.
     4	l‘Instrumentum acceptionis clectionis, appo Saitdto XXXIII. 204 ss., fu pubblicato in Roma il 9 aprile: v. ibid. 208: cfr. Corp. dipi. Port. II, 00. Il ’»nndatum per 1 procuratori d’Adrlano s|>editl a Roma (Enkevoirt, In-Kcnwinkel e Borell : cfr. Sancto XXXIII, 209 s. e Schulte I, 228), dat. in civit. ralriaten ir,2i Martii /.}. in Cod. liarb. lat. 2Ì28, f. 14 della Biblioteca ' stieana.
H0FLE8 in Wbtzeb u. Welte’« Kirchenlexikon V2, 1429-1430.
Storia iti Papi, IV, *.
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