272 Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 4. Sacco veniva venduto a Ponte Sisto, in Borgo e a Campo di Fiore ed erano vestiti di seta e velluti ricamati d’oro, panni di lana e lino, anelli, perle e altri oggetti preziosi in strana confusione. Delle donne tedesche n’avevano sacchi intieri, che negoziarono a gran prezzo, ma ben presto tutto fu nuovamente rubato. «I ladri e gl, accattoni diventarono ricchi e i ricchi poveri. Io», così chiude il relatore, «fui con mia moglie fatto prigione da spagnoli e dovetti pagare 100 ducati. Dopo aver perduto ogni mio avere fuggii dapprima a Tivoli e di là a Palestrina ».x La medesima sorte toccò a migliaia di persone: le disgraziate vittime del Sacco, fra esse dei Romani, che poco prima avevano avuto in istalla 10 cavalli, lasciarono mezzo nudi la città cercando di calmare la fame nei dintorni.2 Molti soldati se ne partirono tosto col bottino recandosi a Napoli : altri ebbero in breve perduto tutto al giuoco e, come aveva loro predetto Brandano, il profeta di Siena liberato dagli imperiali, rigettato «i beni dei preti e della guerra». In aria minacciosa essi esigevano soldo. Ai 17 di maggio spuntavano già anche dei casi di peste e poiché tutti gli alimenti erano stati distrutti nel modo più temerario, minacciava insieme di scatenarsi la fame : le cibarie si pagavano a peso d’oro: un ovo costava un giulio, un pane un ducato. A tutto questo s’aggiungeva ancora che erano all’ordine del giorno sanguinose liti fra gli Spagnoli e i lanzichenecchi.3 Disperso per tutta la città, l’esercito era molto vicino a una completa dissoluzione. Avvenendo un allarme, i capitani dovevano andare di casa in casa alla ricerca dei loro uomini. * Tutto ciò dovette mettere in Filiberto un vivo desiderio di con-chiudere una pace col pontefice Clemente VII, il quale trovavasi in Castel S. Angelo in condizione addirittura disperata,5 e fin dal 7 maggio aveva allacciato trattative cogli imperiali. Bartolomeo Gattinara andò in Castello, dove colle lagrime agli occhi il papa gli dichiarò che intendeva abbandonarsi alla magnanimità dell’imperatore. Ai 9 di maggio fu proposto un patto, in 1 Gl? AI.DKKOXICO 93. 2 Cfr. il * Diario di Cornelio de Fine alla Nazionale di Parigi; J. Cave 400; V Ettori presso Milanesi 439. ® Vedi Sanuto XLV, 123, 133, 106, 183, 228, 235 ; F. Gonzaga presso Luzio, Maramaldo 81; Alberti ni 347s.; Villa 138-139, 153. * Vedi Guicciardini XVIII. 3; Gbolierius 98, 101 s. ; cfr. Schulz 109. 8 Cfr. Lettere al Aretino I, 11 s. Non era stata bensì interrotta ogni comunicazione del papa col di fuori, ma ben presto si cominciò a costrurre trincee, che completate dovevano portare un blocco completo. Cfr. il * dispaccio di G. de' Medici datato in Durata MI maggio 1527 : * « Spagnoli hanno co-menzato le trinciere intorno al Castello sichè questi signori ne fanno cattivo concepto in secreto, perchè dentro del Castello sono 3m persone ». Archivio di Stato in Firenze. Circa l’umore esistente in Castello cfr. la lettera del medesimo in data 12 maggio presso Sanuto XLV, 163-164.