Le pittura nella Sala di Costantino. 523 leggiata dalla consegna di una statuetta dorata di Roma, dà una pregevole riproduzione dell'interno dell’antico S. Pietro.1 Tra questi grandiosi affreschi, in nicchie dipinte sotto baldacchini troneggiano le figure più grandi del naturale di eminenti papi della Chiesa antica, di cui Clemente I e Leone I hanno i tratti dei papi medicei.2 Attorno a queste immagini dei predecessori di Clemente VII s’aggruppano angeli e figure allegoriche, le cui forme crudamente realistiche come le figure mitologiche poco vestite nei pilastri sono caratteristiche per quel tempo.3 Le decorazioni e arabeschi, che incorniciano gli affreschi, insieme alle cariatidi colle insegne dei Medici nello zoccolo, furono eseguite dai discepoli di Giulio, Giovanni da Lione e Raffaele del Colle da Borgo San Sepolcro. 4 i Secondo i conti i prefati pittori stettero occupati nella sala di Costantino, che forse meglio andrebbe intitolata da san Silvestro, per la maggior parte del 1524 : l’ultima rata dei 1000 ducati assegnati venne pagata ai 3 di luglio del 1525,0 ma i lavori erano sostanzialmente finiti già nel settembre del 1524,6 dopo di che Giulio Romano abbandonò Roma nell’ottobre perchè ivi non c’era più d’aspettarsi grandi lavori. Clemente VII non solo lottava con difficoltà finanziarie, ma era anche assorbito in misura crescente dalla situazione politica7 e così eziandio il Penni e Giovanni da Udine non ricevettero commissioni che di lavori da poco, specialmente di dipingere bandiere.8 La catastrofe che il Sacco di Roma recò al mondo degli artisti fu sì terribile, che bisogna riparlarne ancora una volta. I pochi, che come Benvenuto Celimi e gli scultori Lorenzo Lotto e Raf- 1 li giudizio favorevole di Buhckhàrdt (Cicerone 671) sul Battesimo e la Donazione, va molto limitato dopo le dilucidazioni di Dollmayb (347 s.). Nel Battesimo Clemente VII figura senza, nella Donazione colla barba. 2 I papi, spesso indicati falsamente, sono san Pietro, (Temente I, Orbano I, Silvestro I, Damaso I e Leone I. Ofr. Paliah», Remarques sur Ics pape* re-préscntés Hans la salle de Cotistantin au Vaticwn, Chronique des Arts, Paris 1884. Ivi si respinge anche l'interpretazione di due figure per Felice III e Gregorio VII, ma si trascura che le scritte sotto le figure son in parte messe erroneamente, come prova la scritta sotto Clemente I, che reca innegabilmente i tratti di Leone X: non è la ammettersi che il pittore pensasse a Clemente I, ina la sua intenzione era certo di rappresentare Leone I. a Dollmayr 348 mostra che i papi colle figure allegoriche sono sempre dipinti dal medesimo artista, che fece il quadro principale della rispettiva parete. 4 Ofr. Dollmayr 348. 6 V. Arch. stor. dell’Arte I, 447 s. , _ “ Ciò risulta da una lettera, finora non presa in considerazione, del Castiglione presso Sgrassi I, 142. , Vedi Dollmayb 358. Giulio Romano fu pagato per il compimento della trasfigurazione solo nel 1526; v. Arch. stor. dell Arte I, 449. 8 Arch. stor. dell’Arte I, 448 s.