DISCORSO DI ANDREA MARINI ECC. 27 non l’ha se non dal capo di Buona Speranza verso il Perù, e da quel capo al mar Rosso corre poi per il contrario. Ma ho fatto troppo lunga digressione sopra il moto di queste acque verso 1’ ostro, tratto dalla similitudine della dottrina ; però ritornando dico che, essendo lo impeto loro inviato a mezzodì dalla grandezza e dall’ impetuoso corso de’ fiumi principali di questo golfo, la laguna sente gravissimo danno dal sito del porto posto in levante, per il qual con difficoltà si fa il reflusso dell’ acqua ; ond’ egli, che è la respirazione della laguna, s! atterra e si perde. Questi sono i danni c’ hanno apportati e apportano i fiumi. Il mare per sè solo dà poca noia alla laguna r ma co’ venti e co’ fiumi atterra ancor esso, con ciò sia cosa che, agitato da venti come ho detto, spigne il terreno dei fiumi dentro la conca ; donde, non potendo agevolmente uscire, atterra i canali e alza le velme e con la sabbia va serrando il porto ; accompagnato poi con l’acqua dolce de’ fiumi, genera canneti e atterra la laguna. Il danno proprio che apporta il mare sono le sabbie, le quali ogni dì due volte montano verso il porto col crescente dell’ acqua che, come hanno osservato i marinari, comincia sempre dal fondo a far il flusso, e per ciò seco ne leva delle sabbie e le conduce al porto. Ma tutti questi danni per sè sarebbono tollerabili, se dal sito della conca e del porto non fussero fatti gravi, per ciò che quanto entra col flusso uscirebbe con la presente velocità del reflusso, qual egli si sia. I danni che dagli uomini sono stati fatti a questa laguna molti anni a dietro sono gravissimi e infiniti, e sono molti quelli che ora le vengono fatti ; de’ quali tutti s’io volessi in questo luogo ragionare, sarebbe mestiere di fare un lungo volume. Dirò di que’ soli a’ quali si può sperare di dover provvedere, e sarò breve, poiché sono più che chiari a chi n’ ha cura, e so che con leggi vi si è provvisto. Lascio adunque coloro che, per il privato loro beneficio con possessioni, orti, molini e fabriche fatte in luoghi dannosi, accrescono i mali dei tempi passati, per ciò che sono per mia opinione senza rimedio, e da altri sono stati avvertiti e scoperti. Ma il danno fatto dai proti nel far 1’ arzerone dal Scioco al Dese non tralascierò già di ricordare, come quello che, se ben gravissimo, vi si può tuttavia provedere. Il qual veramente fu necessario, non che utile, nel tempo che s’ atterrava la laguna con gran celerità, ma solamente fin tanto che si prendesse partito di condur 1’ acque dolci al mare per altra via : il che, non essendo stato fatto sin alla nostra età, egli è stato cagione che la Brenta, correndo dentro dell’ arzerone, s’ ha di modo alzato il fondo, che con le montane ha atterrato più di cinquanta valli salse, facendole campagne così alle che, quando ben si apri l’ar-zerone, non potrà più entrar 1’ acqua salsa. Di più ha causato i sopracommuni, i quali, hanno posto e pongono, quando vengono, la città ne’ pericoli da me detti di sopra, e hanno ridotta la conca a tanta piccolezza che l’acqua fresca del mare non passa, come soleva, oltra la città per 1’ ordinario, lavandola di ritorno e rifrescandola due volte al giorno ; anzi ha quasi sempre 1’ acqua torbida e piena degli escrementi così della città come della laguna : il che quanto importi ad atterrar presto essa laguna e render 1’ aere mal sano, ognuno può da se stesso giudicare. La moltitudine infinita del populo, la quale co’ fuochi fa l’ aere sano, con altri mezzi lo fa pestifero, e è forse una delle cause principali della ammonizione che ora si fa, con ciò sia cosa che primieramente, col condur alle piazze e alle case private le cose necessarie alla vita, empie a poco a poco i canali di escrementi, nè possono le leggi tanto proibire che la necessità non superi 1’ onestà. Empiono ancora gli escrementi che dall’ uso necessario della vita vanno ne’ rivi e ne’ canali, senza che le leggi vi possino provedere ; i quali sono tanti che, se ’1 reflusso non ne conducesse al mare ogni dì una gran parte, sarebbono bastevoli