26 0 A. SEGARIZZI I movimenti del seno Adriatico da questa istessa causa evidentemente dipendono, con ciò sia cosa che i maggiori fiumi, che scendono da’ monti che circondano questa ultima parte del golfo in tramontana, danno il corso alle acque verso mezzodì dove vien diritto il loro impeto ; il qual corso dura in fin alle rive di Romagna ; 1’ acqua di Schiavonia corre in ponente, perchè i fiumi da quei monti sboccano verso quella parte ; le rive della Romagna che voltano a levante sono cagione che 1’ acqua del Golfo di là per la Puglia corre verso levante, crescendo questo moto l’impeto de’ fiumi di Romagna che smontano in levante. Queste cause medesime fanno quegli effetti nell’ Oceano, il qual, essendo da ogni parte cinto dalla terra, e per ciò da Omero detto fiume, ancor che per la grandezza in fin ora tutte le rive non siano conosciute, al modo istesso può aver il corso ordinario verso ponente ; e, come che la quantità dell’ acqua sia incomparabile, sono anche i fiumi che sboccano nell’ Oceano infiniti, grandissimi e di altissima caduta, e hanno la medesima proporzione con la grandezza di quel mare che hanno i nostri fiumi con l’Adriatico, o vero quei del mar Maggiore col Mediterraneo. E, se un corpo maggiore, che è della medesima natura col minore, patisce gli accidenti medesimi che patisce il minore, è cosa verisimile il dire che siano le cause istesse nell’uno e nell’ altro : nell’ uno chiare per la piccolezza, nell’ altro oscure per la grandezza del soggetto. Da Sevilla all’ Isola spagnuola si naviga in quaranta giorni, perchè molti fiumi dell’ Europa e dell’ Africa, volgendo in ponente, danno l’impeto all’ acqua verso quelle terre, nelle quali, essendo forse pochi fiumi di minor grandezza e che scendono da monti più bassi e non uniscono le loro forze in un punto, non possono resistere a questo corso ; per la qual cosa di ritorno spendono i marinari tre e talor quattro mesi. Ma nelle altre rive della terraferma del novo mondo, dove sono altissimi monti, grandissimi fiumi e vari siti delle rive, si move per avventura in diversi modi in vari luoghi, come nell’ Adriatico avviene ; de’ quali movimenti noi non siamo stati avvertiti, e forse che, o per la grandezza de’ mari, o per i grandissimi pericoli delle navigazioni, o per trascuragine, da chi ha navigato non sono stati osservati. Mi sovviene d’ aver letto che in alcuni luoghi sotto l’equinoziale, dove l’Oceano è amplissimo e lontanissimo dalle rive, l’acqua è come morta ; laonde coloro che navigando passano per quei luoghi corrono pericolo di morire di caldo per la veemenzia de’ raggi solari, la qual opera fortemente nell’ acqua, che è senza vento e senza movimento, e accende 1’ aere, come fa la réfiessione de’ raggi nello specchio ; il che avviene, perchè l’impeto de’ fiumi o per la grandezza del mare, o per la figura delle terre che lo circondano, o per la piccolezza non può mover quell’,acqua. L’Oceano dal capo di Buona Speranza corre velocissimo in ponente, e da quel' capo in là o non corre tanto, o corre più tosto in levante, per ciò che tutti i fiumi dal capo in fin al stretto smontano verso ponente nell’ Oceano, e dal capo verso il mar Rosso sboccano in levante. S’ aggiungono all’ impeto de' fiumi ancora quei venti che sono perpetui compagni delle acque, i quali accrescono e conservano lungamente il corso loro, con ciò sia cosa che nascono nella summità de’ monti, dove sono le nevi e i nascimenti de’ fiumi, e con l’impeto delle acque acquistano maggior forza. Il movimento della trepidazione riferisce Aristotele all’ impeto de’ fiumi altresì, all’ altezza del fondo delle acque settentrionali, e al sito de’ mari. Queste stimo io che siano le cause de’ moventi sudetti de’ mari. Quanto al moto del primo mobile, s’ egli fusse cagione degli altri movimenti, come si stima che la luna sia la causa del flusso e reflusso, sarebbe ancor causa di tre moti diversi dell’ Adriatico, de’ quali un solo va verso ponente ; degli altri due, l’uno a mezzodì e l’altro va in levante; e dal mar Rosso al Perù avrebbe l’Oceano il suo corso, là dove