PREFAZIONE VII renze quello del Bacci. Questi, anzi, si scagliava contro il Marini (1), d’ opinione del tutto diversa : il Bacci difendeva la virtù dell’ Alicorno, il Marini la negava : « Per la « qual cosa potranno gli uomini per 1’ avvenire lasciare a’ ciurmadori questa gioia tanto « preziosa e servirsi d’ altri rimedi più sicuri e più certi contra il veleno, come contra « l’altre difficili infirmità » (2). Il Marini lasciò inedite altre due scritture : il Discorso sopra l’aere di Venezia (3) e il Discorso sopra la laguna di Venezia (4). Il primo egli dettò dopo il 1559, perchè, quando scriveva, era « ancora fresca la memoria del danno fatto dai sopracommuni « P anno 1559, il giorno dedicato a’ morti » ; ma prima del 1566, perchè viveva ancora Luigi Cornaro, morto appunto in tale anno (5). Se poi il Discorso sopra la laguna sia anteriore o posteriore a quello sopra l’aere, non possiamo dire con sicurezza; dalle parole infatti con cui il Marini incomincia il Discorso sopra la laguna sembrerebbe veramente che il Discorso sopra l’aere fosse stato scritto prima, sennonché a un certo punto d’esso, ecco l’autore dirci d’aver già « fatto un breve discorso di questa materia », cioè della laguna. In realtà però il Discorso sopra la laguna è una conseguenza dell’ altro e quasi ne è un’ appendice che non può essere stata composta prima del Discorso sopra l'aere, ma piuttosto contemporaneamente ; ciò che spiegherebbe l’apparente contradizione del Marini (6). * * * 11 Marini non scrisse i due Discorsi con lo scopo di divulgarli ; ma perchè, nobile contraccambio della benevolenza a lui largita dalla nobiltà veneziana, servissero a questa quasi di norma igienica e sovrattutto di sprone a restituire Venezia nella pristina salubrità. Questa era dovuta alla bontà dell’ aria, che alla sua volta dipendeva dalla laguna ; e però, parlando dell’ aria, il Marini doveva necessariamente parlare anche della laguna. Eccolo quindi consultare quanto ne era stato scritto, per conoscerne (1) Cfr. edizione di Firenze 1582, p. 152. (2) Op. cit., p. 38. Già il Morelli, nelle note su alcuni suoi codici latini e italiani (cod. Marciano, Ris. I53)> rivendicò al Marini l’originalità della sua opera. (3) È conservato nei mss. Marciani it. IV. 156 (incompleto), it. IV. 345, it. IV. 350, it. VII. 557, it. VII. 895 ; del Museo Civico di Venezia, fondo Cicogna 2543 ; del Seminario di Venezia 768 ; dell’Ambrosiana D. 245, inf. (4) È conservato nei mss. Marciani it. IV. 345, it. IV. 347, it. IV. 350, it VII. 557 (mancante di varie carte tra l’attuale penultima e l’ultima), it. VII. 895; del Museo Civico di Venezia, fondo Cicogna 2543, fondo Lazari busta 28 n. 9. Questo Discorso fu pubblicato a Venezia per nozze nel 1868 e nel 1880. Le varie copie danno una lezione concorde, essendo certe varianti di forma da attribuire ai copisti, taluno dei quali omise qua o là qualche periodo o brano intiero. Per l’attuale edizione dei due Discorsi mi valgo specialmente dei mss. Marciano 895 e Cicogna 2543, più completi degli altri e di mano di copista contemporaneo all’autore. (5) Cornaro, L’arte di vivere a lungo: Discorsi su la vita sobria, con prefazione di P. Molmenti, Milano, 1905, p. XLV. (6) Diverso da codesti due Discorsi, ma per l’argomento affine ad essi, dovrebbe esser stato lo scritto De aestuario veneto, dettato in latino ed attribuito al Marini dal Trevisan, Della laguna dì Venezia, Venezia, 1715, p. 40, che lo possedeva manoscritto. Nella seconda edizione ( 1818) l’autore del De aestuario veneto è chiamato « Martini ».