DISCORSO DI ANDREA MARINI ECC. 7 forza i mancamenti che sono sopravenuti all’aere: tra le quali la moltitudine degli abitatori fu principale, la quale è cresciuta a numero incredibile, in luogo dove nasce l’alimento di pochissimi uomini, per la continua pace, per la dolce libertà, per la santità delle leggi e per la molta commodità del sito. I quali abitatori, provedendo ciascheduno al suo, bisogno, con industria hanno riparato ai danni dell’aere sopravegnenti con la frequenza e continovità de’ fochi, i quali assottigliano e disseccano l’aere, massima-mente ne’ tempi umidi, come nella primavera e maggior parte dell’inverno e nelle stagioni austrine, le quali, da che la laguna è ridotta alla presente piccolezza, sono tanto maligne e pestifere che senza fochi non si potrebbe con alcun umano artificio alla loro offesa per avventura riparare. La qualcosa è così nota in fin al volgo che non ha bisogno di prova e, se pur alcun è che dubiti, consideri quest’aere senza fuochi che 10 troverà poco dissimile da quello di Mazorbo e di Torcello e forse tanto peggiore quanto da’ venti per la frequenza delle case è meno agitato, i quali luoghi, mentre ebbero intorno il corso dell’acqua gagliardo, furono abitati, anzi sono stati alcun tempo le delizie della città, come ora è Murano, aggiungendo a quella causa il beneficio de’ fuochi; ma poi che il corso dell’acqua si sminuì, l’aere cominciò a farsi cattivo e gli uomini, che erano pochi in quelle terre picciole, non potendo con pochi fuochi resistere alla morbidezza, lasciarono le stanze proprie e bellissimi giardini andar in ruina e cercarono nuova patria, nè vi rimasero se non certi pescatori, i quali vi stavano a disagio. 11 che, essendo avvenuto ad Aquileia, Adria, Eraclia e Giesulo, è stato parimente cagione che siano ridotte allo stato nel quale sono. Ma perchè vo’ io cercando essempi più lontani ? Murano non è egli stimato, com’ è in fatto, più sano che qualunque altro luogo della laguna per la copia delle fornaci da vetri? e la contrata di San Barnaba non è ella, per le molte fornaci, tenuta alquanto più sana che le altre? Ma indarno mi affatico a provar quello che da sè è così chiaro che niuno è che dubiti. Sono adunque i fuochi la causa principale la qual corregge i diffetti dell’aere che, per il mancamento delle prime cause salubri, sono sopra venuti. A questi si può giugnere ancora il beneficio della fabrica, con ciò sia cosa che con la publica e privata magnificenza de gli edifici hanno ridotta la città in una forma che ella riceve il calore del sole e lo ritiene longamente, sì che l’aere s’accende e s’assottiglia come nello specchio concavo si suol accendere, concorrendo a questo ancora la politezza del corpo della acqua, onde nascono gli ardori dell’estate maggiori che in altro luogo vicino, i quali sono però accresciuti ancora dalla grossezza de’ vapori, in guisa che se le etésie e le frequenti pioggie, delle quai cose Iddio ci provede per nost,ro refriuerio, non addolcissero la rabbia, sarebbe ne’ mesi più caldi la stanza della città molto più fastidiosa, la qual cosa dissecca la morbidezza dell'aere la state e lo fa sano, sì come il veemente freddo nell’inverno. Per la qual cosa Venezia ne’ due estremi dell’anno ha manco in-firmità per l’ordinario che negli altri tempi. Laonde si può dire che questa città, la qual per la natura del sito è stata molti secoli sana, ora è sana per la perseveranza de’ fuochi, a’ quali si possono giugnere i movimenti delle persone e delle barche e i molti aneliti, i. quali insieme con le altre cause rilevano qualcosa. Intendo la sanità, paragonando la città con l’altre. Non è però che ella non abbi avuto sempre le proprie infirmità conformi alli eccessi delle cause universali, cioè dell’aere e del costume com-mune di vivere (altramente si potrebbe sotto ’1 cielo ritrovar qualche luogo dove si vivesse perpetuamente), delle quali è oramai tempo eh’ io ragioni. Le infirmità universali adunque, le quali molestano la città di Venezia, sono di due sorti, come sono due le cause : perciò che alcune pendono dall’ aere, altre da’ cibi communi. L’ aere in due maniere infirma la città : nell' uno con la qualità che riceve