tacco. Vi avevano costruito difese, messo buone truppe ; ma quello era considerato dalle due parti come un settore di riposo. Allora il nostro 240 Corpo d’Armata, che si trovava di fronte, dopo una lunga e silente preparazione, passò l’Isonzo fra Loga e Bodrez, sfondò le l'nee nemiche della conca di Vrh, e con la manovra fece cadere tutte le linee austriache della Bainsizza, fin davanti al M. .Santo, spalancando una porta di 15 km. di larghezza. Se noi per quella porta avessimo lanciato una metà delle forze, che furono poi portate a cozzare contro i due cardini della porti stessa, il S. Gabriele e il Boni di Tolmino, noi, quasi certamente, saremmo giunti a Aidussina, ed avremmo fatto cadere, come pere mature. Tolmino e l’Hermada, col S. Gabriele compreso. Allora nessuno dei belligeranti era preparato contro la manovra tattica, perchè nessuno manovrava sul campo tattico : perciò la manovra aveva la certezza della riuscita. Ma per poter manovrare bisognava avere due nuclei di forze: uno per la rottura delle linee nemiche, l’altro per la manovra ; perchè vi è questo da notare : che le forze di rottura, giunte sulle posizioni nemiche, si arrestavano inevita-