11 soldato nuovo all’attacco riceve una forte impressione deprimente quando deve passare un fiume sotto l’arco della traiettoria, mentre sul suo capo sibilano ed urlano pallottole di mitragliatrici e proiettili d’artiglieria. Gli esercizi di passaggio del Brenta lo abituavano alla tranquillità e alla calma. Il fante capiva lo scopo ultimo di queste esercitazioni, ed io gli dicevo : « Se il nemico attacca di nuovo, lo ricacciamo di là dal Piave, e poi passiamo noi il fiume e gli diamo una buona lezione ». Il fante sorrideva, persuaso soltanto a metà. Mentre all’VIII Armata, già dal mese di luglio, ci si preparava ad una inevitabile offensiva, pur costruendo lavori di fortificazione difensiva visibili, le voci di disgregazione interna dell’impero Austro-Ungarico andavano progressivamente precisandosi. Le notizie di Macedonia e di Albania, ■della Francia, del Belgio e della Palestina mostravano che i nemici erano agli ultimi sforzi. Però nessun indizio di indebolimento o di minore disciplina appariva nelle truppe nemiche che la nostra armata aveva di fronte. Vi era qualche disertore czeco-slovacco, ma non in misura maggiore del passato.