seguivo con intensa attenzione gli attacchi sanguinosi che la IV Annata sviluppava sul Grappa. Il 29 ottobre gli Austriaci resistevano ancora su quella fronte; ma ormai era troppo tardi perchè si potessero salvare. In simili battaglie, allorché la rotta comincia, tutti cercano di mettersi in salvo, ed ognuno impedisce agli altri di muoversi. Gli artiglieri temono di perdere le batterie, e chiamano i cavalli e gli autocarri per il traino, e questi formano una controcorrente che intralcia il movimento di ritirata. Salmerie, parchi, automobili, cannoni, cavalli, uomini intasano le strade, perdono ogni facoltà di combattimento. Gli animi, anche quelli dei migliori soldati, crollano come muri vecchi. I comandi, spaventati, temendo di essere fatti prigionieri, si allontanano alacremente quanto più possono per mettersi in salvo, e le truppe rimangono disorientate come pecore senza pastore. Tutte si accalcano sulle strade; incapaci di combattere, e diventano facile preda di pochi nemici. Qualche comandante di grande reparto conserva la necessaria fermezza d’animo, e nello sfacelo generale cerca di opporre un argine alla rotta 108