rovinare qualsiasi operazione tentata attraverso ad esso. Non vi è esempio che sia passato un mese d’ottobre senza piena del Piave. Questo era il punto debole, la sola carta rischiosa del nostro giuoco. « Faremo tutti gli scongiuri, supplicheremo il Piave, ci comporteremo come i Giapponesi, che, prima di gettare un ponte, si propiziano gli spiriti del fiume, e non già come Achille che irritò lo Scamandro per il suo pessimo carattere ». Ma la preoccupazione restava. Con quale animo ritornavo io quel giorno da Abano, al mio Quartier Generale in S. Andrea di Cava sagra, presso Treviso! Il mio cuore traboccava. Finalmente, la vendetta è vicina! Il dolore di Caporetto... Non il mio dolore, che pur non poteva essere uguagliato; tutti i dolori della vita, compresi quelli causati dalla morte delle persone più care, riuniti insieme, accumulati tutti in un solo momento nel cuore di un uomo, non uguagliano certo il dolore, l’umiliazione di quei tristi giorni della ritirata. Ma io non parlo del mio dolore, nè di quello dei mei bravi soldati del 240 Corpo d’Armata, che io vidi, affranti dalla sciagura e dalle fatiche, dopo 50