battaglia di retroguardia. Chi lo vide in quei giorni sa la spaventevole energia che quest’uomo trasfuse in tutti i suoi. Pioveva. Tutto era caligine e fango. Tutto pareva perduto. Imbaldanziti dal trionfo, i nemici assalivano a orde ubbriache, con furibonda vertigine di distruzione. Vidi allora Caviglia e non lo dimenticherò mai. Mi guardò un poco senza rispondere al mio saluto e all’angoscia delle mie labbra serrate. I suoi occhi d’acciaio mi s’infissero nel cuore, la sua voce, quella sua maschia voce bonaria non ebbe un brivido quando mi disse: — Li dobbiamo fermare. — Era una promessa inflessibile detta con semplicità serena. Poi si volse al Piave, guardò lontano. Vide forse in quella immensa grigia rovina la luce di questo giorno trionfale? Al comando del decimo corpo, sugli Altipiani, in collegamento con le divisioni britanniche alla sua destra, resse nell’ofiensiva imperiale del Giugno l'urto nemico già dilagante in Val Canaglia. Non direttamente attaccato, vide nel primo tumulto della battaglia la minaccia d’avvolgimento sospesa sul corpo di Lord Cavan; e di sua iniziativa, con fulminea prontezza, ordinò a tutte - le sue artiglierie di concentrare sulle prime linee britanniche un fuoco di distruzione. Dal Comando di Lord Cavan sorpreso dalla mossa austriaca e non ancora orientato sulla direttiva nemica venne un disperato appello a Caviglia: — Sospendete il fuoco, voi tirate -sulle nostre linee. — Ci sono gli Austriaci nelle vostre linee — rispose il largo e rude sorriso di Caviglia. Con un balzo leonino i Britannici si slanciarono all’assalto schiacciando il 11