TI « • . • » pUvjcUile al mal governo della .fanta Sede, e de’Sommi Pontefici, » die colìamemente ii è fatto in quelli Annali, con pretefto di fcriver »la verità, o quel che fi. è creduto verità. Quello sì fatto affioma è fo-» vente replicato, più per dar credito alle fali'irà, che per adattarlo al-» la, integrità della Storia , che s’è diftefa in mal volgare a proprio ta-»lento, col* fine primario di foilener le controverse antiche; o fia la » Piena Efpofi^wne &c. che ainche in quello Tomo -fra- la Tua compar-» fa . Divideremo ancora eflb in due Articoli, per non fiancare il Let-» tore con un troppo prolifici dire. E giacché sì poca parte vi hanno »i Pontefici, e la fanta Sede, noin trafeureremo alcuni affari di mo-» mento , i quali confuitando memorie e Documenti, abbiam trovati » infedelmente elpofli, o tralafciafri. In quello primo non palleremo 1’ ^anno 1730. in cui morì Benedetto XIII. a’21. di Febbrajo: anzi ci » fermeremo al Trattato di Siviglia del dì 9. Novembre 1719. onde ri-» feriremo appena la terza parte del volume. Facciamoci dal principio » del noftro fecolo . » Due cofe veggiam fubito lodarli-in Clemente XI. lo zelo, e Telo-, » quenza per impedir la guerra imminente tra’Principi dell’Europa , e »la coflanza .in negar Flnveftitura de due Regni di Napoli, e Sicilia, » ficcome feudi dèlia S. R. Chièfa, al Re Cattolico Filippo V. La, prima » lode ( benc'hè inutilmente fi adopraife il Pontefice ) non può eifer » più propria del cornuti Padre, e Pallore. All’ altra vi troviamo alcju-» na cofa da ridire , lenza feguire altro maeltro, cHe l’Annaliila me-» ddfipfo. Ci dilfe egli nel tomo antecedente., che Filippo Duca d’An* » giò iftituito formalmente erede da Carlo IL era già riconofciuto Re »di Spagna, e ancora di Napoli: .Nel di t6. dì Novembre 1700. egli »■diiTe: Filippo Duca d? A ngiò riconofciuto per Re di Spagna in Parigi , » e fuffeguenteme/ite anche in Madrid nel dì Z4. di effo mefe , / inviò nel » dì 4. di Dicembre con fontuofo accompagnamento alla volta di Spagna , » e giunfe pacìficamente a metterfi in poffeffo non folamente di qus Regni ,. » ma anchs della Fiandra , de Regni di Napoli, e Sicilia , e del Ducato » di Milano. In quello volume poi parlando dell’Augufto Carlo VI. » ( anno 1722. ) dice ,. che non avea rinunziato alle fue pretenfioni fo-» pra il Regno di Spagna , e neppure il Re Filippo V. alle fue fopra i Reto di Napoli, Sicilia &c. : nondimeno induce Innocenzo XIII. a dar 1* »’inveftitura a quello, con tutta ¿’ oppofi^ione, .che vi faceva la Corte di »'Spagna, e ne adduce la gran ragione: giacché a i diritti di lui saggiun-» geva il rilevante requijìto drel pofféffo. Che? Scrive l’Annalilla coll’a* » ila d’Achille? Lo'da la collanza di Clemente XI. il quale nega l’In-» vellitura a Filippo V. poffeffore , perchè fi oppone la parte avverfa : » e loda ia rifoluzione d’Innocenzo XIII. che} malgrado la oppofizione