Anno MDCCX. «j ficcome vedremo. Effendo mancato di vira fui fine di Settembre il Cardinale Vincenzo Grimani Venero, Viceré di Napoli, fi trovò nelle cedole dell’ Interim nominato a quell’ illuttre carica il Conte Cailo Borromeo Milanefe , che verfo la metà del feguente Mele comparve in quella Metropoli, e fu appretto confermato dal Re Carlo 111. nel pottetto di sì nobile impiego. Anno di Cristo mdccxi. Indizione IV. di Clemente XI. Papa 11. di Carlo VI. Imperadore i. FEce la morte in queft’Anno moltiplicar le gramaglie nell’Europa , perchè nel dì 3. di Febbraio rapì dal Mondo b'rancejco Maria de'Medici , Fratello del Gran Duca Cojìmo e Principe da noi veduto Cardinale ne’precedenti Anni , che non lafciò alcun frutto del fuo Matrimonio colla Principeffa Leonora Gonzaga di Guajìalla . Po-fcia nel dì 14. di Aprile mancò di vita pel vaiuolo Luigi Delfino di Francia, unico Figlio del Re Luigi XIV. Principe degno di più lunga vita: con che il Duca di Borgogna fuo primogenito attunfe il titolo di Delfino. Ma ciò che più fenza paragone mife in moto ed a-gitazione i penfieri di tutti i Politici intereflati e non intereffati nei teatro delle correnti guerre, fu l’immatura morte di Giufeppe Imperadore, accaduta nel dì 17. del Mefe fuddetto d’Aprile , Quello Monarca, che in vivacità di fpirito , in affabilità , e in altre belle doti fuperò moltillìmi de’fuoi gloriofi Antenati, non avea ben faputo reggere il fuo fuoco , porrato a i piaceri ; e contuttoché l’impareggiabil Auguttafua conforte Amalia Guglielmina di Brunsvich fi ttudiatte, per quanto potè, di tenerlo in freno, non reggeva quefto freno all’empito delle fu e voglie. Mancò veramente anch’egli di vaiuolo, ma fu creduto, che gli ttrapazzi della fua fanità aiuraffero di molto quel male a levar- lo di vita. Niun difcendente mafchio lafciò egli dopo di sé, ma fo-lamente due Arcicl ucheffe , cioè Maria Giofeffa , e Maria Amalia, che poi pattarono a fecondar le Elettorali Cafe di Baviera e Sattonia. Quetto inafpettato. colpo delle umane vicende non fi può dire, quanto fconcertaffe le mifure delle Potenze Collegate contro la Reai Ca-fa di Borbone -, perchè fi pensò ben torto, e fi fecero tutti gli opportuni negoziati , per far cadere la Corona Imperiale in tetta del Re Carlo Ili. ino Fratello j ma rotto ancora fi conobbe, che quetto patti verrebbe ad affodar quella di Spagna fui capo del Re Filip~ Tomo XII. "E po V*