4i 8 il dee mettere paura, perchè la Storia de’ precedenti Secoli non s' accordi col ilio prefente iìilema ? La conclufione fi è, che il Gior-nalilla tacitamente vorrebbe, che fi adulteraffe, o fi bruciaiTe parte della Storia , per levare da gli occhi nollri ogni fpauracchio, da lui creduto Fatale al Principato Pontificio , ma con lafciare intatte le antiquate ragioni della Chiefa Romana full’ Alpi Cozie , fulla Cor-fica , e Sardegna, su Mantova, ed altri paefi. Secondo lui, allora farà da lodar la Storia , che riferirà tutto quanto è favorevole a Roma, e tacerà tutto quello, che ha ombra di fuo pregiudizio. Potrà egli formare una Storia tale, ma non già io. Seguita un altro proceifo a me fatto da quello Cenfore. Non ho io defraudato delle convenevoli lodi ( non può egli negarlo ) tanti Romani Pontefici o fanti o buoni, che fono la maggior parte ; ma non ho lafciato di toccare i difetti di pochi altri, fpezialmente de gli Avignonefi, disdicevoli a mio credere in chi fecondo l’intenzione di Dio dovrebbe efiere, quanto è fublime nel grado, altrettanto eminente efemplare d’ ogni Viriti . Se l’ha a male il Giornaliila, nè può fofferire, che uno Storico ardifca di giudicar delle azioni e del merito de’gran Perfonaggi,- ed è sì accorro, che non bada altrove a produrre un paiTo , tutto contrario a quelle fue belle pretenfioni, cioè 1’ autorità del Reverendiffimo e celebre Padre Orfi dell’Ordine de’Pre-dicatori, Segretario della Congregazione dell’indice, e Autore d’u-na nobile Storia Ecclefiailica, con dire: Quanto a i Giudi\j, che non vuole il Signor Fleury, che Jiano interpoflì dallo Storico /opra le perfone e Jopra le loro anioni, oppone il Padre Orfi il fentimento di Dionijio Allear nafieo , che nella Lettera a Pompeo Magno toglie al Cielo con gran-dijjime lodi Teopompo, per aver più liberamente, che tutti gli altri Storici, giudicato de gli uomini, e delle anioni, delle quali Jcrijfie la Storia. Ma forfè quello Giornaliila ha intefo di dire a me, e a chicheffia: Dite quanto malvolete de gl’Imperadori, Re, e Principi; ma per conto de’Papi, rifpettate ogni lor coilume ed azione, e non ofate di parlarne fe non in bene. Torno a dire, ch’egli formi una Storia tale, perchè niuno gliel contraila. Ma chiunque sa, che il principal credito della Storia è la Verità, e il giudicar, come poco fa dicemmo, delle operazioni de gli uomini, per ifpirar ne’Lettori l’amore della Giuilizia e del retto operare, e 1’ abborrimento a ciò, che sa di vizio: crederà ben meglio fatto, e giuilo, ed utile alla Repubblica, che fi dia il fuo vero nome a quello ancora , che difertofo apparifce ne’ coilumi e nelle azioni de’Pallori della Chiefa di Dio. La Storia ha da eflere una Scuoia per chi dee loro fuccedere, a fin d’imparare nelle