Annali d’ Italia: Regni di Napoli e Sicilia , e cefsò ogni oftilità ira effi , con ifperan» sia ancora , che il Gran Signore impegnerebbe in un Trattato fienile le Reggenze di Algieri, Tunifi, e Tripoli. Di sè, e non del Sovrano, attento al bene de’faoi Popoli, s’ebbe a dolere chi non profittò di così bella apertura a i guadagni. Fu poi dichiarato Ambafciatore il Principe di Francavilla, per paffare alla Porta , con fuperbi regali da prefentarfi al Gran Signore. Anno di Cristo mdccxli. Indizione iv. di Benedetto XIV. Papa i. Vacante l’Imperio. f A Llé fperanze concepute dalla Corte e dal Popolo Romano ira-Xm, torno al novello Pontefice Benedetto XIV. fi videro ben preilo corrifpondere i fatti. Trovoiìì, che feco su quell’ augufto Trono era pallata la confueta fua giovialità, affabilità e cortefia, e il coftanfe abbonimento alla foflenutezza e al fallo. Molto più fi feoprì, aver e-gli accettata quella pubblica Dignità , non già per vantaggio proprio*, © della fua nobil Caia, ma unicamente per proccurare il ben della Chiefa, per giovare alla Camera Apoftolica, e per quanto foffe po£* iibile al Pubblico tutto. Pochi poterono uguagliarti a quello buon Pontefice nel Difintereffe, e nella' Liberalità. Ciò , che a lui perveniva o di rendite proprie, o di regali, gli ufeiva tofto dalle mani. I Poveri fpe-zialmente participavano di quelle rugiade , e Taccheggiavano il fuo primato erario. Un folo Nipote exfratre aveva egli, cioè Don Egano Lambertini Senator Bolognefe. Gli ordinò di non venire a Roma, fe non quando l’avelie chiamato; e poi Tempre fi dimenticò di chiamarlo. Anzi all’ offervare la tanta-Tua munificenza verfo de gli altri ,folamente riflretta verfo d’ effo fuo Nipote, parve a non pochi, che l’animo fuo per troppo abborrire gli ecceffi de gli antichi Nepotifmi, cadeffe poi nel con-erario ecceffo^ o fia difetto. Per varj bifogni o inconvenienti de’tem-pi paffati trovò egli la Camera Apoftolica aggravata da una gran follìa di millioni di feudi, e de’frutti coriifpondenti, e di molte fpefe fuperflue. impoffibile conobbe la cura di sì gran male : pure fi applicò per quanto potè a procacciarne il follievo, cominciando da sè ilef-Ìù col riformare la propria tavola , e il proprio veftire e trattamento , e non ammettendo fe non il puramente neceffario. Giacché era fiancato di vita, durante il Conclave, il Cardinale Ottoboni, conferì ‘«So Pontefice la carica di Vicecancelliere al Cardinal Rufo, che genero-