Anno MDCCXLVII. )8y guerrieri, che s’averte la Francia, la cui perdita fu generalmente com-jpianta da’Suoi. Dopo altri tentativi ebbe fine fui far della notte il conflitto ; ed ufciti pochi Granatieri Piemontefi ed Auftnaci inSeguirono colle fciable alla mano fin quaiì a Seftrieres i fuggitivi Franzefi. Per sì nobil difefa gran lode confeguirono i due Generali Conte di Bri-cherafco e Conte Colloredo, e il Cavaliere Alciati Maggior Generale, e il Conte Martinenghi Brigadiere del Re di Sardegna. In fatti fu la vittoria compiuta. Circa fecento feriti rimarti fui campo furono fatti prigioni, e fu creduto, che la perdita de’Franzefi tra morti, feriti, e prigionieri afcendeffe a cinque mila perfone, fra le quali trecento Ufiziaii. A poco più di ducento uomini fi riftrinfe quella de' Piemontefi ed Aurtriacije però con ragione fi folennizzò quel trionfò con varj Te Deum per gli Stati del Re di Sardegna e in Milano. Fu anche immediatamente celebrato in un elegante Poemetto Italiano dal Signor Giufeppe Bartoli, pubblico Lettore di Lingua Greca nell’ Univerfità di Torino . Quello poi, che più fece maravigliar la gente, fu , che quantunque tale percoffa ballante non foffe ad infievolire le forze de’ Gallif-pjni , pure niun tentativo o movimento fecero da lì innanzi contro le Terre del Piemonte, anzi più torto furono invafe da i Piemontefi alcune contrade della Francia, benché con poco fucceffo. L’accampamento maggiore del Re fuddetto , ficcome diffi, fu a Cuneo , e nella Valle di Demont, dove egli medefimo fi portò in perfona, perchè quivi parea fempre da temerli qualche irruzion de’nemici. Attefero in quelli tempi i Genovefi a fortificar varj polli fuor della Città , e Spezialmente quello della Madonna del Monte, avendo la fperienza fatto loro conofcere, quai foffero i pericolofi , e quali gli utili e i neceffa-rj per la loro difefa. Entrata una fpecie d’Epidemia fra i tanti Contadini, già rifugiati in erta Città, a cagion de’terrori, fatiche, e rten-ti paffati, ne conditile non pochi al Sepolcro $ e gli fteifi Cittadini non andarono efenti da molte infermità. Ebbero erti Genovefi in que- lli medefimi giorni molte veffazioni alla Bartia in Corfica; ma io mi difpenfo dal riferire que’piccioli avvenimenti. Nel dì cinque poi di Settembre una grolla partita di GalliSpani, varcato 1’Apennino, Sce-fe in Valle di Taro del Parmigiano ; vi fece alquanti Aullriaci prigionieri -, intimò le contribuzioni a quel Borgo ed altre Ville con asportarne gli ortaggi, e circa mille e cinquecento capi di Bertie tra groffè e minute . Per timore che non calaiTero anche a Bardi e Compiano , eflendo accorfi due Reggimenti Tedefchi, cefsò torto quel turbine. Intanto il Re di Sardegna lungi dai temere , che i GalliSpani s’inoltrai B b % fero