204 Annali d’ Italia.' rito per tanti Mefi dalle truppe Cefaree le Legazioni di Bologna, Ferrara e Ravenna, le cui Comunità benché dal benefico Papa follero in sì dura oppreffione fovvenute con gran copia di danaro , pure rimafero e-flenuate e cariche di debiti per Peiòrbitante pefo di tante conti ìbuzioni. Da difavventure d’altra forte non andò efente nè pure la ite Ha Roma. Quivi s’ erano portati non pochiIngagiatori Spagnuoli, che fen-za confenfo del vecchio Papa, per diritto, o per rovefcio arrolava-rio gente. Chi sa quel meiliere , facilmente concepirà, che non pochi difordinied avanie occorfero ; perchè molti ingannati, e fenza fa-pere qual impegno prendefiero , o per propria balordaggine, o per altrui malizia, fi ritrovavano venduti. Ora i padri deploravano i figli perduti, ora le mogli i mariti; e fcoperto in fine, onde veniffe il male, i Trafteverini nel dì 13. di Marzo improvvifamente attrup-pati in numero di cinque o fei mila perfone, corferó alle cafe di quegli Ingagiatori , e dopo aver liberati a furia gl’ ingagiati , s’avviarono al Palazzo Farnefe, dove ruppero tutte le fineftre , e gittarono a terra l’armi dell’ Infante Don Carlo. Al primo avvifo di quefto di-fordine comandò torto il Govtmator di Roma , che gli Svizzeri, le Corazze, e i Birri accorreffero al riparo. Furono quelli dalla furia di quella gente rifpinti, nè fi potè impedire, che non paiiaiìe la sbrigliata Plebe al Palazzo del Re Cattolico in Piazza di Spagna,* dove uccife un Ufiziale, e feguirono altre morti e ferite. Ma nella Domenica delle Palme fi riaccefe la fedizione , perchè uniti i Trafteverini co i Borghigiani andarono per ¡sforzar le Guardie meiTe a i Ponti, il più ardito d’ e ili fu ftefo morto a terra , perlocchè infuriati i fe-guaci fuperarono il paffo , e mifero in fuga i iòldati . Anche i Mon-tigiani da un’altra parte fi moflero , e feguirono ferite di chi per accidente fi trovò paflar per le itrade . Volle Dio, che non poterono -giugnere di nuovo al Palazzo di Spagna, dove erano preparati cento cinquanta fucilieri, e quattro Cannoni carichi a cartoccio : gran male ne feguiva. Per rimediare a quefto fconcerto, furono la fera inviati il Principe di Santa Croce fedele Auftriaco , e il Marchefe Cre-feen^i uno de’Confervatori, a parlamentare coi follevati,i quali ri-chiefero la libertà a gl’ ingagiati del loro Rione, e la liberazion di alcuni già carcerati per cagion della follevazione , e il perdono generale a rutti. Ottennero quanto desideravano; e dappoiché videro loro mantenuta la parola, andarono poi tutti lieti gridando, Viva il Papa . Si pubblicò pofcia un rigorofo Editto contro gl’Ingagiatori ; e perchè coftoro non celiavano di fare il (olito giuoco , feguirono alcune altre contefe, delle quali a me non occorre di far menzione. Un