Anno MDCCXXIX, 145 Camera per Appalti, Dogane, Dateria, Cancelleria, Brevi, Spogli, ed altre rendite, accendeva a due millioni, fettecento Tedici mila, e feicento cinquanta Scudi, dico Scudi 2716650. Le (pefe annue, computando i frutti de’Monti, Vacabili, Preiidj, Galere, Guardie, mantenimento del l'acro Palazzo, de’Nunzj, Provifionati &c. folevano afcendere a due millioni, quattrocento trentanove mila, e trecento otto Scudi, dico Scudi 2439308. laonde la Camera rellava annualmente in avanzo di Scudi 277342. Ma avendo efTo Pontefice abolito un aggravio iulla carne, e il Lotto di Genova, creati due mila Luoghi di Monti, accordate non poche efenzionr e diminuzioni ne gli Appalti, ( fatti fenza le ioli re folennità ) alTegnati o accrefciuti falarj a i Prefetti delle Congregazioni, Legati, Tribunali, Prelati, ed altre pedone, con altre fpefe, ch’io tralascio : veniva la Camera a fpendere più de’tempi addierro Scudi trecento ottantatrè mila, e fecento ottantafei, dico Scudi 383686. e però rellava in uno sbilancio di circa Scudi cento venti mila per anno. Però fi fcorgeva la neceflità di moderar le fpefe, e di ordinare un più fedele maneggio de gli effetti Camerali, tacitamente infinuando le trufferie di chi fi abufava della facilità del Papa; poiché altrimenti facendo, conveniva imporre nuove gabelle, dal che era sì alieno il pietofo cuore del Pontefice; o pur rivedrebbe incagliato il pagamento de’frutti de’Monti: il che farebbe una for-gente d’innumerabili lamenti, e mormorazioni, fcrediterebbe di troppo la Camera, e fommamente intorbiderebbe il pubblico commerzio. Qual buon effetto produceffe quella rimollranza, converrà chiederlo a gl’intendenti Romani: io non ne so dire di più. Occorse in quell’ Anno nel dì 12. d’Agoflo un terribil Fenomeno nel Ferrarefe di la da Po. Dopo le vent’ore cominciò ad apparire fo-pra la Terra di Trecenta ed altre Ville contigue il Cielo tutto ricoperto di folte nubi nere e verdi con alquante ilriicie come di fuoco in mezzo ad elle. Dopo la caduta di una gragnuola, due contrarj venti im-peruofiffirr.i fi levarono, che fpinfero le nuvole a terra, e fecero come notte, uicendone fuoco, che fi attaccò a qualche cafa e fenile, e cagionando un fumo denfo e rolfigno, che riempiè di tenebre e d’orrore tutto quel tratto di paefe per dodici miglia fino a Callel Guglielmo. Il principal danno provenne dalla furia impetuofa del vento, che atterrò in Trecenta circa cento ventotto cafe, colla morte di molte persone; portò via il tetto e le fineflre della Parrocchiale,- troncò il Campanile d’un Oratorio, e fece altri lagrimevoli danni. Per la campagna fi videro portati via per aria i tetti di molti fenili-, e fino uomini, car-f3, e buoi, trovati per illrada o al pafcolo, alzati da terra, e furio-Tomo XU, K lamen-