z 5 8 Annali d’ Italia. lare dipoi con altro linguaggio. Non aveva il Duca finquì conchiufo accordo alcuno colla Corte di Spagna, e nè pure ricavato da effa un menomo danaro per fare quell’armamento, come ne dubitavano gli Auftriaco-Sardi : pure non fapea indurii a cedere volontariamente le Fortezze di Modena e della Mirandola, richiefte da gli Alleati, perchè quanto fi trovò egli fempre delufo dal Duca di Montemar, largo promettitore di ciò, che non ofava d’intraprendere, altrettanto abbor-riva di non comparire alla Corte di Spagna qual Principe di doppio cuore, perchè quivi fi farebbe infallibilmente creduto un concerto co i Collegati la forza, che gli aveife fatto cedere quelle Piazze. Prese egli dunque il partito di abbandonar tutto alla difcrezione di chi gli era addoifo coll’armi, e dopo avermeli quattro mila uomini di prefidio nella Cittadella di Modena, e tre mila in quella della Mirandola, nel dì fei di Giugno colla Ducheifa Conforte, e colle due Principeffe Sorelle, lafciati i Figli colla Nuora in Safluolo, che poi col tempo fi riunirono con lui, prqfe la via del Ferrarefe, e andò a ritirarfi a Crefpino, e di là pafsò poi al Cataio de gli Obizzi fui Padovano, e finalmente fi riduffe a Venezia, portando feco il coraggio, collante compagno delle fue traverfie. Perchè aveva egli lafciato o-gni potere ad una Giunta di fuoi Cavalieri e Miniftri in Modena, furono fpediti Deputati al Re di Sardegna, e dopo avere ottenuta la promeffa d’ogni miglior trattamento, nel dì otto di Giugno aprirono le porte della Città a circa mille e cinquecento Savoiardi, che ne prefero quietamente il poiTeifo, con provar da lì innanzi, quanta fof-fè la Moderazione e Clemenza del Re di Sardegna, quanta la rettitudine de’fuoi Miniftri, e la difciplina de’fuoi foldati. Comandante in Modena fu deftinato il Conte Commendatore Cumiana, Cavaliere, che non lafciava andarfi innanzi alcuno nella Prudenza, e fapea l’arte di farfi amare e ftimare da ognuno. Nel dì 12. di Giugno fu dato principio alle oftilità contro la Cittadella di Modena, alzando terra dalla parte del Mezzodì fuori della Città i Savoiardi, e i Tedefchi da quella di Settentrione. Perchè gli affediati fecero una vigorofa fortita,ne-ceiTario fu il rinforzare il campo con molta gente. Erette due diver-fe batterie di Mortari nel dì feguente cominciarono a tempeftare eiTa Cittadella con Bombe di dì e di notte, e feguitò quefto flagello fin per tutto il dì 27. Non avea il Duca Francefco avuto tempo di provvedere eifa Cittadella di cafe matte e di ripari contro le Bombe j e però in breve fi trovò fconcertata la maggior parte di que’cafamentì, non reftando luogo alcuno di ripofo e ficurezza alla guernigione. Ef-fendofi nel dì 28, alzate anche due Batterie di Cannoni contra d’eifa Fortez-