Anno MDCCXXXIX. 115 e di rimetterfi alla Clemenza di Tua Maeftà Criftianiifima in pena d’ eflere trattati da ribelli. Perchè i f'ollevati rifpofero con un Mani-feito , modefto sì, ma che finiva in dire: Melius ejl mori in bello, quam ridere mala gentìs noftrce\ quel Comandante fpedì in Provenza ad imbarcare altre milizie. Ora da che fi vide in buon arnefe , venuto il Mefe di Giugno, ufcì in campagna con tutte le Tue forze. Il terrore marciava avanti di lui ; e però non tardarono gli abitanti delle Pievi di Aregno , Pino, Sant’Andrea , Lavatoggio , ed altre , ch’io tralafcio , a renderfi a i di lui voleri. Anzi i principali Capi de'follevati andarono a trattare con eiTo Maillebois, proreilandofi pronti di fotrometterii a gli ordini venerati del Re Criftianiifimo , con ifperanza, che Sua Maeità fi degnerebbe di proteggerli, e di rendere loro buona giuftizia. Pertanto non finì l’Anno prefente,che tutti que’ Popoli, a riferva di pochi oftinati, depofitate in mano de’Fran-zefi le loro armi, accettarono il perdono , e fi moftrarono ubbidienti, invaiati intanto da una dolce lufinga di non dovér più tornare fotto i Genovefi , ma che rutto quel mercato fofi’e per dar loro un Principe della Reai Caia di Borbone. Tale era anche la comune immaginazione de gli fpeculatori de i Gabinetti Principefchi. Nè faceano cai’o eflì dell’ oiìetvare, che per configlio del Maillebois i primarj Capi della ribellione uicivano di Corfica , e fi ricoveravano in Toscana, Napoli, e Stato Ecclefiaftico . Intanto i Franzefi fi riduflero a quartieri d’inverno, e la maggior parte d’eili provò fiere malattie* e ali’incontro il Maillebois fenza mifericordia facea impiccar tutti coloro , che fofiero colti con armi da fuoco , o contitiuafiero nella dedizione . Sente ribrezzo la penna mia, ora ch’io fono per accennare la la-grimevol campagna fatta dall’armi Criftiane nella Scrvia ed Ungheria nell’Anno preiente. Nulla àvea ommeffo 1 ’ lmperador Carlo VI. per formare un’Armata capace di ricuperar la gloria perduta ne’due precedenti Anni, e di reprimere gli sforzi de gli orgogliofi Ottomani, i quali per li pailati profperofi avvenimenti aveano alzata forte la tetta, e fi rideano di chi loro parlava di Pace. Non mancò il Pontefice Clemente XI1. di fpedirgli un dono di cento mila feudi, e il Duca di Modena Francefco ìli. gl’inviò due battaglioni di ottocento uomini l’uno. Un gran corpo di valorofe milizie Bavarefi e SaiTone, ed altre d’altri Principi della Germania, erano marciate per tempo alla volta di Belgrado. J più difereti calcolavano quell’ei'ercito almeno di fettanta mila combattenti; e fi sa qual bravura alligni in pe^ alla Nazion Tedefca. Trattoffi di fceeliere il fupremo Comandante di Tomo XI1. P sì