34 6 Annali d’ Italia. Credeyasi di trovar quivi forte relìilenza dalla parte de i Franteli ; ma non erano tali le forze di quefti da poter punto frastornare i pali! de gli Auftriaci e Savoiardi. S’ erano già fsparate le milizie Spagnuole da i Franzeiì, e mifterioiì parevano i loro movimenti, perchè ora Sembrava , che voleffero prendere il cammino verfo la Spagna, ed orà che penfaffero a ritirarli in Savoia. E veramente a quella volta tendevano i loro paffi, quando arrivò in Tarafcon al Generale Marchefe della Mina un Corriere dell’ \mbafciatore Cattolico e-iìrtente in Parigi, da cui veniva avvertito di tener le truppe di fuo comando unite con quelle di Francia , Stante una nuova convenzione rtabilita fra le due corone di Madrid e Verfaglies. Servì un tale avvilo , perchè il Marchefe non progredire innanzi, per afpettare più accertati ordini della Corte del fuo Sovrano. Non afcendevano dal canto loro i Franzeiì a più di cinque o fei mila perfone Sotto il comando del Marchefe di Mirepoix Tenente Generale, avendo pagato gli altri il diiàftrofo ritorno del Genovefato o con lunghe malattìe, o colla morte. Vero è, che Sì trovarono alquanti corpi d’eSIì Franzeiì qua e là pollati al baffo e all’ alto del Taro, per contrastarne il paffo a i nemici; due Fortini ancora o Ridotti teneano fulle fponde d’effo Fiume: pure tra le batterie erette di qua dal Fiume, che faceano buon giuoco , e pel Cannone di tre Vafcelli e di altri Legni minori IngleSì, che s’erano poilati all’imboccatura del Fiume lleffo, animo-famente in più colonne paffarono gli AuStriaco-Sardi, effendoiì pre-cipitofamente ritiraci da tutti que’ portamenti i Franzeiì. Detto fu, che folamente coitaffe quel paffaggio ottanta perfone, le quali ebbero anche la difgrazia d’annegarli. Fu dipoi formato un fodo Ponte fui Varo; e volarono ordini, perchè veniffero le groffe artiglierie, per dar principio all’ affedio di Antibo, mira principale del Generale Broun, che fervirebbe di fcala all'altro di Tolone. Trovarono gli aggreffori in que’ contorni abbandonate le cafe, c fuggiti col loro meglio i poveri abitanti. Ma per buona ventura vi restarono le cantine piene di vino, e vino, come ognun sa, romanamente generofo di quelle colline, onde ne avrebbe quel Popolo fecondo il coilume ricavato un téforo. Giacché altro nemico da combattere non aveano trovato i Tedefchi, gli Svizzeri, ed anche gl’italiani, sfogarono il loro valore e fdegno contra di quelle botti, e per tre giorni ognun trionfò di que’cari nemici. Era un bel vedere qua e là per terra migliaia di foldati, che più non fapeano in qual parte del Mondo Sì foffero: così ben conci erano dal tracannato liquore . Non fanno più i gran guerrieri del noftro tempo ufare Stratagemmi,