194 Annali d’ Italia: dante, cioè il Barone Stenz, che quantunque fi trovaiie con foli novecento foldati in una Città e Fortezza, che ne efìgeva tre mila, pure fi preparò ad una gagliarda difefa. Non prima del dì 27. di Luglio fu aperta la trincieia lotto quella Piazza ; e profeguirono poi le otfefe col paffo delle tartarughe , a cagion d’alcuni Fortini alzati all* intorno, che impedivano gli approcci de’nemici. Bombe ed artiglierie fecero per tutto il feguente Agoito grande fìrepito e danno, lènza però che fi fgomentalièro punto i dìfenfori ; e tuttoché foiTe formata la breccia, e col mezzo d’una mina, e d’un affalto prefo anche uno di que’Fortini , pure farebbe collato molto più tempo e fan-gue a gli Spagnuoli quell’attedio , fe il valorofo Comandante della Città non avelie provata la fatalità delle Piazze Tedefche, ordinariamente mal provvedute del bifognevole per follenerfi lungo tempo contro a i nemici. S’era egli ridotto con folo trentafei palle da cannone, e con tre o quattio barili di polveraccia; già erano confumate le vettovaglie . Però dopo avere per più d’un Mefe fatta una gloriofa refiilen-za, nel dì 31. di Agoilo con efporre bandiera bianca fi mollrò dif-pollo a renderli. Rellò prigioniera di guerra la guernigione di fecen-to uomini. Sbrigato da quella faccenda il Duca di Montemar, tutto fi diede a follecitar 1’attedio di Mantova, il cui blocco veramente venne più llretto. Si llefero i Franzefi dietro la riva del Lago di Garda per impedire , che da quella parte non isboccaffero i Tedefchi ; giacché l’Armata loro s’andava ogni dì più ingrottando nel Trentino e Tirolo. Ma ancorché il Montemar faceite venir dalla Tofcana gran copia d’artiglierie, di barche filile carra, e di affaiiììme munizioni ed attrecci, per imprendere una volta l’alTedio fuddetto di Manrova ( perciocché, fecondo la comune opinione, fi credea , che quella Città conquiilata doveffe reilare affegnata a gii Spagnuoli ) pure non fi vedeva rifoluzione alcuna in quello affare dalla parte de’ Franzefi , che aveano in piedi certi fegretì negoziati; nè da quella del Re di Sardegna, a cui non potea piacere , che gli Spagnuoli dilataiTero tanto Tali in Lombardia. Tenuta fu un congretto fra il Generaliffimo di Savoia, Duca di Noaglies, ed etto Montemar nel di 22. di Settembre, in cui fece il Generale Spagnuolo delle doglianze per tanto ritardo , e fifeppe, ch’egli in quella congiuntura fi lagnò col Noaglies , per aver egli lafciato fuggire da Goito il MarefciaJlo di Koningfegg fenza infeguirlo , come potea ; al che rifpofe il Marefciallo Franzefe: Signor Conte , Signor Conte: Goito non è Bitonto ; e il Koningfegg non è il Principe di Belmonte. In fomma tuttodì fi parlava d’aifediar Mantova, e Mantova non fi vide mai attediata , benché molto riilretta da gli