Anno MDCCXXXVIL 209 Anno di Cristo mdccxxxvii. Indizione xy. di Clemente XII. Papa 8. di Carlo VI. Imperadore 17. ALla per fine fpuntò nell’ Anno prefenie la tanto fofpirata iride di Pace in Italia con allegrezza inefplicabile di tutti i Popoli; e quantunque tal ferenità non foffe efente da qualche nebbia per le non mai quiete pretenfioni de i Potentati, pure celiando affatto lo ilrepito dell’ armi, in quelle parti, giufto motivo ebbe ciaicuno di rallegrarfene Fin-quì oilinatamente erano perfillite in Livorno e Pifa le guarnigioni Spagnuole , fenza voler cedere alle truppe Tedefche, difpolle fecondo 1 Preliminari a prenderne poiTeiTo a nome del Duca di Lorena. Fu detto che feguiffe in Pontremoli il cambio delle ceffioni fatte da fua Maeftà Cefarea a i Regni di Napoli e Sicilia, e dal Re delle due Sicilie a i Ducati di Tofcana , Parma, e Piacenza . Può dubitarfe-ne , da che fi Teppe , che il Re Cattolico Filippo V. non volle in quell’ Anno fottoferivere elfi Preliminari, ed è certo, che Carlo Re diNa-poli e Sicilia fi rifervò certe pretenfioni, che avrebbero potuto intorbidar la concordia. Comunque foffe, il Generale Spagnuolo Duca di Montemar fui principio di quell’ Anno, giunta che fu a Livorno una buona quantità di Legni, in quelli imbarcò il prefidio di effa Città, ed altre fanterie Spagnuole inviò verfo le Fortezze della Maremma di Siena; dopo di che fenza far ceffone alcuna di Livorno, nel dì nove di Gennaio abbandonò quella Città, dove reilò la fola guarnigione del Gran Duca Gian-Gajìone. Lafciarono gli Spagnuoli nella Toicana la memoria di molti aggravj inferiti a quegli Stati. Pertanto da lì ad alquanti giorni entrato in Tofcana il Generale Tedefco Waüendonck con alcuni Reggimenti Cefarei, prefe a nome del Duca di Lorena poffelTo di Livorno, con preilare giuramento di fedeltà al Gran Duca , le cui milizie infierne colle Tedefche cominciarono a montare la guardia. Diilribuì eziandio alcune di quelle foldatefche in Siena , Pifa, e Porto Ferraio , le quali offervarono miglior difciplina, che le precedenti. Pochi Mefi paffarono, che il prefidio Spagnuolo d’Orbitello abbifognando di legna per ufo proprio, e per le fortificazioni , ne fece richieila al Gran Duca . Perchè rifpoila non veniva , un groflo diilaccamento d’ effi Spagnuoli pafsò a tagliare fui Sa-«efe circa mille e fecento alberi. Ne furono fatte doglianze, ed a-vrebbe quella violenza potuto cagionar delle nuove rotture , le la Corte di Vienna, o fia il Duca di Lorena, non fi foiTero ora tro-Tomo XII. O vai*