io8 Annali d’ Italia, della Francia, dell’Inghilterra , e del Re di Sardegna, e sì pel iof-petto, che uomo gravido di sì alce idee non pregiudicafle maggiormente a i loro intereili in avvenire. Si univano perciò le premure di tutti quefti Collegati a detronizzare quefto poderofo e intraprendente Miniftro, nè altra via trovando, li rivolfero a Frcwcefco Farnefe Duca ■di Parma, Zio della Regina Elijabetta. Gli efibirono il Governo di Milano, ed altri vantaggi, fe gli dava l’animo di atterrare l’odiato Cardinale. Trovoffi, che il Duca era anch’egli difguftato di lui, perchè non rifpediva mai i Tuoi Corrieri, ed efigeva, che gli affari luoi non arrivaffero al Re, fe prima non fi prefentavano a lui, e non ne riceveano la fua approvazione. Non era finalmente ignoto al Duca ef-iere poco foddisfatta del Porporato la ftefla Regina, per certe impe-riofe rifpofte a lei date da eiiò Miniftro. Però animofamente incaricò il Marchefe Annibaie Scotti fuo Miniftro in Madrid di rapprefentare a dirittura al Re Cattolico i graviilimi danni , eh’ erano vicini a -riful-tare a’fuoi Regni per cagione di quefto Miniftro, con dipignerlo per uomo impetuofo, violènto, e imprudente, che avea imbarcata la Mae-ità fua in troppo pericoloii impegni, e potea col tempo far di peggio colla rovina del Regno. Effere nelle congiunture prefenti necef-ì'aria la Pace, e quefta non (i avrebbe mai, fe non fi allontanava un Miniftro di configli e peniìeri sì turbolenti, e capace di dar fuoco a tutte le parti del Mondo ( del che egli fteiTo fi vantava ) lenza riflettere alle cattive confeguenze delle troppo ardite rifoluzioni. Di que-ile e d’altre ragioni imbevuto il Conte Scotti, animato ancora da i Miniftri di Francia e d’Inghilterra, rivelò alla Regina la fua incum-benza; ed effa, ficcome PrincipefTa di gran fenno, gli ordinò di parlarne al Re in ora tale, in cui anch’ella moftrerebbe di fopragiugnere, come perfona nuova, al colloquio. Così fu fatto; il Miniftro diede fuoco alla mina; fopravenne la Reginaj che potendo molto nel cuore del Re, accrebbe il fuoco in maniera, che il Re fi diede per vinto, oramai perfuafo avere gli fmifurati difegni del Cardinal Miniftro coll’inimicar tante Potenze efpt iti a troppo gravi danni e pericoli non meno i fuoi Regni, che il proprio onore. Adunque nel dì quinto del Dicembre di queft’Anno dal Segretario di Stato Don Michele Duran fu prefentato all’ Alberoni un ordine fcritto di pugno dello fteflb Re, con cui gli fi proibiva d’ngerirfi più ne gli affari del Governo ; e gli veniva ordinato di non prefentariì al Palazzo, o in alcun altro luogo dianzi alle loro Maeftà, o ad alcun Principe della Caia Reale; e di ufeire di Madrid fra otto giorni, e da gli Stati del dominio di fua Maeftà nel termine di tre fettimnne. Si efpref- \