Anno MDCCXLI1. 263 ta la fortuna e l’onote delle fue armi ad un Generale , che sì male corrifpondeva alle fue fperanze, richiamò in Ilpagna il Duca di Mon-temar, e adirata contra di lui, comandò, che non li avvicinaiTe alla Corte per venti Leghe. Fece quello paifo fvanire le immaginazioni de’fuoi parziali, perfuafi in addietro, ch’egli teneife ordini di non azzardar battaglia e di falvar la gente, facendola folamente ben menar le gambe, per fchivar gl’impegni. Andò egli, e durò non poco la fua difgrazia alla Corte. Ma perchè egli non mancava di a-mici e di merito per altre fue belle doti, col tempo fu rimetto in gra-2Ìa. Videfi un Manifello fuo, con cui fi iludiò di giullificar le a-zioni fue in quella campagna; ma nulla farebbe più facile, che il far conofcere l’infuffillenza delle fue fcufe, e maiiìmamente fe u-fciffero alla luce i biglietti da lui fcritti al Duca di Modena, e alla Mirandola in quelle emergenze. Reilò dunque al comando dell’efer-2ito Spagnuolo il Tenente Generale Don Giovanni di Gages Fiammingo , che pel valore, per l’avvedutezza, e per la fetenza militare potea fervire di maellro a gli altri. Nel di 14. di Settembre, in cui s’inviò il Montemar verfo la Spagna, il Gages in tre colonne motte l’efercito fuo alla volta di Fano, ficcome confapevole del rilevante fmembramento dell’Armata Aullriaco-Sarda ; e alla metà di Ottobre arrivò a poftar le fue genti alla Certofa di Bologna , e in quelle vicinanze, con alzare trincieramenti ed altri ripari da difefa. Accorfero anche gli Aullriaco-Sardi alle rive del Panaro , e rriifero alquanti armati in Vignola e Spilarnberto. Si fletterò poi fino al fine dell’Anno guatando da lontano le due Armate, e il Marefciallo di Traun mife il fuo quartier generale a Carpi. Un’altra guerra intanto ebbe il Re di Sardegna, per cui fu obbligato a rellituirfi in Piemonte. Fu comunemente creduto, ch’etto Reai Sovrano non avefl'e tralafciato sì nel principio che nel profegui-mento di quella guerra, di far varie propofizioni di partaggio della Lombardia alla Corte di Spagna per mezzo del Cardinale di Fleury, che fempre fi mollrò ben affetto verfo di lui . Tali progetti riguardavano egualmente! vantaggi della Reai Cafa di Savoia , e dell’infante Don Filippo , a cui fi cercava un riguardevole ilabilimento in effa Lombardia , e maifimamente in Parma e Piacenza , Città predilette della Regina Elifabetta Famefe fua Madre. Fu del pari creduto , che la Corte del Re Cattolico non aderiffe a cedere parte delle meditate conquide, perchè avida di tutto, .ed affai perfuafa di poter colle fue forze confeguir tutto. Quali poi follerò i finceri defrderj della Corte di Francia nelle difpute di quelli due pretendenti, non R 4 fi po-