Anno MDCCXXXII. le truppe Cefaree di ritirarfi, e Hi lafctare liberi affatto quegli Stat* ai nuovo Signore, facendo conofcere a tutti la lealtà dell’Auguito Sovrano in eteguire i già inabiliti Trattati ed impegni. Non tralafciò il Commitlario /tpoftohco Monfignor Jacopo Oddi nel (eguente dì 30. di Dicembre di pubblicare una grave Protetta contro tutti quegli At-t . per prefervare nella miglior pollibile maniera le Ragioni delia idi ita Sede. Fermatosi il Reale Infante a goder le delizie di Firenze lino al principio di Settembre, finalmente determinò di confolare colla fua loipirata preferita anche i Popoli di Parma e Piacenza. Nel dì fei d’ effo Mele li moffe egli da Firenze, e nel dì otto entrò nello Stato di Modena, e pattando fuori di quella Città, fu {'aiutato con una Salva Reale dalle artiglierie della medelìma e della Cittadella. Avea il Duca Rinaldo d' E(le avuta l’attenzione di fargli inaffiare le ftrade per tutto il fuo dominio, a fin di guardarlo da gli incomodi delia ftraor-dmaria polve di quell’afeiutta itagione. Fu egli dipoi a complimentarlo colla fua Corte un miglio lungi da Modena, dove feguirono abbracciamenti, ed ogni maggior finezza di complimenti e d’affetto. Nel dì nove tutta fu in gaia la Città di Parma pel feftofo ingreffo del giovinetto Duca, grande il concorfo e 1 > sfoggio della Nobiltà e de’ Popoli; e nelle nobili felle, che fi fecero dipoi, fi conobbe quanto tutti applaudiffero all’ acquifto di un Principe sì inclinato alla Pietà e alla Clemenza, e graziofo in tutte le fue maniere, ma con aver portato l'eco l'altura del Cerimoniale Spagnuolo. A tante allegrezze per la venuta in Italia di quello generoiò rampollo della Reai Cafa di Sp gna, fe ne aggiunfe un’altra, riguardante Ja felicità dell’armi del Cattol.co Re Fmppo y. fuo Padre. Fra i penfieri di quel Monarca il primo ed incettante era quello di ricuperare, per quanto aveffe potuto, tutti gli antichi dom : j fpettanti alla Monarchia de’fuoi Pre-deceffon. Una riguardevole unione ed armamento di Vafcelli di linea, e di Legni da irafporto avea egli fatto nella Primavera di queft’Anno, e preparati aliimb reo fi trovavano su i lidi parecchi Reggimenti di truppe veterane. Perchè era ignoto qual mira aveffe l’allellimen-to di Flotta sì numerofa nel Mediterraneo, con gelofia ed occhi aperti ih vano i Viceré di Napoli e di Sicilia; e tuttoché l’Imperadore vernile afficurato della collante amicizia d’etto Re Cattolico, pure non ceffivano l’ombre, e furono perciò ben munite le principali Piazze de i Regni fuddetri. Levo’ finalmente 1’ancore quella poderofa Flotta, comandata dal Capitau Generale Conte'di Alontemar, e guidata da proipen venti, forno XIl. L im-