ge da gli altri Potentati, i quali con difporre di quegli Stati il crede-derono di efentar l’Italia da altre guerre e difavventure. In vigore dunque della Pace fuddetta il Cefareo Generale Conte di Mercy avea fatto intendere al Marcheje di Leede Generale Spagnuolo, che conveniva difporii ad evacuar la Sicilia ; ma perchè il Leede fi inoltrava tuttavia allo fcuro del conchiufo Trattato, nel di 28. d’Apri-le il Mercy fi molle contro il campo Spagnuolo in vicinanza di Palermo. Furono prefi alcuni piccioli Forti, che coprivano le trincee nemiche; ma efiendo in procinto i Cefarei nel dì due di Maggio di maggiormente fvegliare gli addormentati Spagnuoli, marciando in ordinanza contra d’eili : tanto dal campo loro , che dalle mura della Città fi cominciò a gridar Pace, Pace. Pertanto nel dì fei d’eilo Mefe fra i due Generali coll’intervento dell'Ammiraglio Inglefe Bing, fu ilabilito e fottofcritto l’accordo, cioè pubblicata una fofpenfion d’armi, e regolato il trafporto delle truppe Spagnuole fuori della Sicilia e Sardegna fulie colte della Catalogna. Dopo di che ne’giorni concertati prefero le truppe Imperiali il poffeiTo della Reai Città di Palermo, del Molo, e di Caltello a Mare fra le incettanti acclamazioni di quel Popolo. Anche le Città di Agoita, e di Siracufa a fuo tempo furono confegnate a gli Ufiziali Cefarei. Pofcia nel dì 11. di Giugno cominciarono le milizie Spagnuole imbarcate ne’Legni di loro Nazione a Spiegar le vele verfo Barcellona . Circa cinquecento Siciliani prefero an-ch’eifi l’imbarco, per non foggiacere ad afpri trattamenti , o a fune-iti proceifi; e i lor beni furono perciò confifcati, a cagione del loro operato contro dell’Imperadore. Tornò dunque a rifiorire la quiete in quel Regno. Effendo flato ipedito in Sardegna il Principe d'Ottaiano di Cafa Medici, fui principio d’Agofto prefe il pofleifo di quell’Ifola a nome dell’ ^uguito Monarca , con rilafciarla pofcia a i Miniitri del Re Vittorio Amedeo , le cui truppe , da che ne furono ritirate le Spagnuo-le, entrarono 111 quelle Piazze. Venne intanto a fcc-ppiare in Provenza una calamità, che diffufe il terrore per tutta l’Italia. La poca avvertenza del governo di Marfilia lafciò approdare al fuo Porto la Pelle , fecondo il folito portata colà da’paefi Turchefchi. Ta^to fi andò temporeggiando a confettarla tale, che etta prefe piede, e poi fieramente divampò fra quell’infelice Popolo, A sì difguitofo avvifo com-m 'ffi i Principi d Italia , e mailìtnamente iLittora’i de! Mediterraneo, vietarono tofto ogni commerzio colla Provenza ; e il Re di Sardegna più de gli altri prefe le più rgorofe precauzioni a i confini de’fuoi Sta- 111 affinchè il micidial malore non valicaffe i confini dell’Alpi. A lui principalmente fi attribuì i’eilerne poi rimaita prefeivara l’Italia.