Anno M D C C X L III: In fatti fui principio di Ottobre fi morte erto Principe a quella volta con tutte le iue forze. A riferva di alquanti cannoni e di molte munizioni, che fpedite dalla Spagna erano in viaggio, sbarcate già in vicinanza di Cività Vecchia (pel quale sbarco fecero gl’Inglefi doglianze e minaccie alfommo Pontefice ) niun rinforzo di gente era mai giunto al campo Spagnuolo. Però il Duca di Modena , e il Conte Ga-ges, attefa l’inferiorità delle forze, non vollero afpettar la vifita de gli Aultriaci, e paflàti alla Cattolica, andarono poi a far alto a Pe-iàro, nfeila qual Città fi afforzarono , llendendo la lor gente fino a Fano e Sinigaglia. Formarono ancora varj trincieramenti al fiume Foglia con varie batterie di cannoni. Fermoffi il Principe di Lobcowitz a Forlì, e parte della fua gente fi portò a Rimino , Città ben perfe-guitata dalle difgrazie in quefti tempi . Perchè la fua Cavalleria in quelle ftrette campagne non poteva operare, parve ch’egli non pen-i'arte a maggiori progreffi . Seguirono dunque delle fcaramuccie fola-mente fra 1 Micheletti e gli Uiferi ; e perciocché quefti ultimi con varie fchiere di Croati e Schiavoni in numero di circa quattro mila per-i'one s’ erano pollati alla Cattolica, il Duca di Modena , con uno fiaccamente de’fuoi combattenti per una parte, il General Gages per un’altra, e il Generale Conte Mariani per mare in varie barche, ne’ primi giorni di Novembre s’inviarono con ifperanza di forprenderli . Ma un temporale in mare fpinfe le barche a Sinigaglia , e il Gages sbagliò la ftrada ; laonde il folo Duca co’ fuoi arrivò colà , e indarno afpettò i compagni. Avvifati intanto gli Auftriaci del difegno de gli Spagnuoli, con gran fretta fi falvarono a Rimino, infeguiti poi per molto di ftrada da i Micheletti. Fermaronfi poi pel reftante dell’ Anno in que’ portamenti le due nemiche Armate , per afpettare ftagion più propria per le azioni militari. Ebbero anche apprenfione gli Au-ftriaci dell’ Accidente che fegue . Grande ftrepito, maggior timore cagionò in queft’Anno per Italia e per tutti i Littoralì del Mediterraneo ed Adriatico la Peite, eh’ era entrata, ed aveva prefo piede in Meffina. Colà approdò nel dì 20. di Marzo un Pinco Genovefe vegnente da MifTolongi di Levante, e carico di lana e frumento . Efibì il Padrone d’erto una patente-falfifica ta, come s’egli procedette da Brindifi. Gli fu preferitta la contumacia di molti giorni, nel qual tempo egli morì, e fu occultamente trafugata qualche mercatanzia nella Città. Inforto poifofpetro, che in quel Pinco fi annidarti la Perte , fu erto con tutto il fuo carico dato alle fiamme. Ma già il malore era penetrato nella Città; e cominciò a mancar di vita chi ayea commerziato con que’ traditori. Tomo XI1. S Se-