Anno MDCCXLVI, 317 desiderava di acquiftarfi maggiore ftima pretto di quell’Auftriaco Generale . Così fu dato principio al blocco aliai largo di Parma; il grof-fo dell’Armata Auftriaca pafsò ad attendarii alle rive del Taro, mentre al lungo dell’ opporta riva aveano piantato il loro campo gli Spa-gnuoli. Porto fu il quartier generale d’ elfi coH’Infante, col Duca di Modena , e col Gages a Cartel Guelfo fulla*Strada Maeftra o fia Claudia . Era già pervenuto da Vigevano fui territorio di Milano il Principe di Li-étenftein colla fua armata, da lui faggiamente confervata in addietro fui Novarefe . Ora anch’ egli, dopo aver lafciato un corpo di gente a Binafco , Biagraffo, ed altri liti, per reprimere ogni tentativo de gli Spagnuoli, tuttavia Signori di Pavia, col refto di fua gente venne nel dì undici d’Aprile all’accampamento del Taro, ed affunfe il comando di tutta T Armata. Aveano ne’giorni addietro gli Spagnuoli inviate per Po a Piacenza le artiglierie, attrecci , munizioni, e magazzini, che tenevano in Pavia , dando abbaftanza a conofcere di non voler fare le radici in quella Città. In fatti da che videro incamminato con tante forze il Li&enftein alla volta di Parma, abbandonarono nel dì cinque d’Aprile quella Città, e paflarono a rinforzar la loro ofte , accampata al Fiume fuddetto . Così quella Città ritornò all’ubbidienza dell’Imperadrice Regina. Posavano in quefta maniera le due poderofe Armate, l’una in faccia all’alira feparate dal folo Taro, e gli uni miravano i picchetti dell’altro Campo nella riva opporta, ma fenza voglia e difpofizione di azzuffarli infieme. Conto fi facea, che cadauna afcendefie a trenta mila combattenti, avendo dovuto gli Auftriaci lafciare un altro buon corpo a Pizzighettone, per aificurarii da ogni infulto de gli Spagnuoli, che teneano un fortiilimo e ben armato Ponte fui Po a Piacenza, e grotto prefidio in quella Città. I Franzefi col Marefciallo di Maille-boLs tranquillamente ripofavano tra Voghera e Novi, a fin di con-fervare il patto a Genova, d’onde continuamente venivano munizioni da bocca e da guerra, ma non mai vennero que’quaranta nuovi Battaglioni, che fi decantavano deftinati per la Lombardia dal Re Criftianiflìmo. Stava fui cuore del Generale Gages la guernigione rinchiufa in Parma in numero di più di fei mila armati, ed efporta al pericolo di renderli prigioniera di guerra, giacché fenza il brutto ripiego di tentare una battaglia non fi potea quella Città liberare dal blocco, nè v’era futtìftenza di viveri, fe non per poco tempo, e le bombe aveano cominciato a falutarla con gran terrore de’Cittadini. Segretamente dunque concertò egli col Marchefe di Cartellar la maniera di farlo ufcire di gabbia. Nella notte feguente al di 19. d’A-