116 permetteva al governatore ravennate di prender stanza nel ducato per organizzare la riscossa, non come straniero benevolmente tollerato, ma in virtù dei suoi poteri. Narra la cronaca che dopo un decennio di governo, o poco più, il duca Orso fu ucciso dai connazionali in preda ad acre livore (1). Al governo del duca successe quello quinquennale dei maestri dei soldati (2). L’annuncio è breve, semplice, stringato, ma nel giro di poche parole riassume uno sviluppo assai complesso, ricco di vicende, gravido di conseguenze. Quante domande non suggerisce alla nostra curiosità quella breve notizia ! Perchè i Venetici uccisero il loro capo dopo un periodo di governo abbastanza lungo ? di qual colpa si era macchiato per meritarsi l’odio dei connazionali ? o non può essere che elementi ostili al nuovo ordine di cose, obbedienti a suggestioni bizantine ovvero da queste diretti, abbiano eliminato la persona del duca per ristabilire il vecchio ordine più propizio ai loro interessi ? Evidentemente i magistri militum, al cui regime i congiurati sot- della regione veneta al tempo della dominazione longobarda, in « Arch. Ven. », XX, 166 sgg. ; contro l’autenticità Martens, Gesch. der lang. Reichs unter Liutprand, Heidelberg, 1880, p. 69 ; Pinton, Veneziani e Longobardi a Ravenna, « Arch. Veneto», XXXVIII, p. 369 sgg. ; Bissta, Un sigillo cit., p. 103 sg.). Sta il fatto che la tradizione storica più attendibile colloca la morte di Orso anteriormente alla guerra di Ravenna (Iohan. Diao., Chronicon cit., p. 94 sg.), e questa assegna al tempo del mag. Gioviano. Convengo a questo proposito nell’ ipotesi del Besta (Un sigillo cit., 304 sg.), che giustamente ricollega la notizia del diacono Giovanni a quella di Agnello (Liber cit., in M. G. H., Scr. rer. lang., p. 378) relativa ai danni patiti da Ravenna al tempo del vesc. Sergio, vexata a Longobardis et Veneticis. Solo osservo che l’annalista non presuppone un’alleanza o una cooperazione dei due popoli a danno dei bizantini, ma allude ai danni sofferti e da Longobardi (all’atto della conquista) e da Veneziani (all’atto del ricupero) egualmente molesti per la città. Circa la cronologia delle campagne liutpran-dine Cfr. Hartmann, Untersuchungen cit., p. 129 ; Geschichte cit., II, 2, p. 122 sgg. ; Monticolo, Le spedizioni cit., XV, 324 sgg. ; XVI, 249 sgg. ; Pinton, Veneziani cit,, p. 369 sgg. ; Le donazioni barbariche ai papi, Roma, 1890, pp. 44 sgg. ; Cohn, Die Stellung cit., p. 30 sg ; Lentz, Das Verhältnis cit., p. 35 sgg. ; Cessi, Le vicende cit., I, 210 sgg. (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 94 : unde postmodum Venetici illuni acri livore interimentes. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 95 : quinque annorum spacio ma-gistris militum tantummodo subditi manere voluerunt.